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Le spoglie di Joséphine Baker nel Pantheon di Parigi

di Clelia Conte

Ironica ballerina, cantante e attrice franco-americana, Joséphine Baker sarà la prima donna nera ad avere le sue spoglie al Pantheon francese e la sesta donna su circa 80 personalità che hanno ottenuto questo grande riconoscimento. Nata il 3 giugno 1906, in Missouri, Freda Josephine McDonald in estrema povertà nel Missouri, lasciò la scuola a 13 anni. Come numerosi artisti afroamericani dell’epoca, si trasferì in Francia per sfuggire alla segregazione razziale. Dopo due matrimoni falliti, prese il nome di Baker dal suo secondo marito e riuscì a ottenere un posto in uno dei primi musical neri a Broadway nel 1921.

 Joséphine Baker col suo famoso gonnellino di banane anni ’20

Debuttò nel 1925 con “La danza dei selvaggi”, numero de La Revue Négre al Théatre des Champs Elysées, vestita con un gonnellino di banane, ballando scatenata il Charleston chela rese famosa. Stupì, conquistò e affascinò Parigi con i suoi spettacoli che prendevano in giro il colonialismo. La donna fu spia della Resistenza contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Raccolse infatti informazioni sulle posizioni dell’esercito tedesco in Francia e grazie alla sua notorietà, alle dogane le chiedevano autografi piuttosto che documenti. Così trasmetteva a Londra, informazioni scritte o foto appuntate sotto il vestito, o trascritte con inchiostro simpatico sugli spartiti delle canzoni.

Militante anti-razzista con Martin Luther King, adottò dodici bambini, tutti di nazionalità diverse non potendo avere figli.
Chiese di poter allevare anche un bambino ebreo ma Israele le fecero sapere che “i bimbi ebrei vivono in Israele e non hanno bisogno di essere adorati da negre per essere cresciuti in compagnia di marmocchi di altre razze e di diversi costumi e tradizioni”.

Il 29 novembre 1937, acquisì la cittadinanza francese.  La decisione di portare le spoglie al Pantheon è stata presa dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron dopo una petizione lanciata due anni fa e che ha raccolto oltre 38mila firme.

Josephine Baker

Joséphine Baker scomparve nel 1975 all’età di 68 anni, queste in breve le sue testimonianze nelle quali parla di se: “A otto anni lavoravo già per calmare la fame dei miei.” Ho sofferto la fame e il freddo. Mi hanno detto che ero brutta, che danzavo come una scimmia. Un giorno mi hanno trovata meno brutta. Mi hanno fischiata. Mi hanno applaudita. Ho continuato a danzare. A cantare. Ho avuto fortuna. Ho una mascotte: una pantera. Ho girato il mondo. Sono morale. Mi giudicano il contrario. Non fumo. Non bevo. Ho una religione. Adoro i bambini. Amo i fiori. Aiuto i poveri. Guadagno molto. Faccio economia.

Parigi prevede di intitolare a Josephine Baker anche una stazione della metropolitana.

L’ultima donna ad entrare al Panthéon fu Simone Veil, nel 2018 la sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, ex ministra della Salute nonché “madre” dell’Europa in quanto prima presidente del Parlamento europeo.

Io ricordo Joséphine Baker in tv, quando ero bimba. Anche se in alcune immagini non era più tanto giovane, nonostante ciò, per me risultava simpatica ed anche un po’ buffa, un personaggio allegro, intelligente, pieno di energia e vivacità. Era unica.

L’attrice Anna Magnani con Josephine Baker negli anni ’60
  • 30 novembre 2021


   

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