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45 anni dalla morte di Alexandros Panagulis eroe della Grecia moderna che amò la Fallaci

di Cinzia Santoro

 

Abbiamo bisogno di eroi, e nella più assoluta mancanza voltiamo lo sguardo al passato. Alekos Panagulis eroe della Grecia moderna, rivoluzionario,  paladino della libertà e della democrazia.

Oriana Fallaci eAlekos Panagulis

Poeta e Uomo, così come lo definirà  Oriana Fallaci nel suo libro più famoso, Panagulis supera l’orrore delle torture  scrivendo con il suo sangue.  Solo con la sua poesia vincerà il dolore e la morte durante gli anni di prigionia a Boiati.
Alekos fu tenace, passionario e ironico nella “tomba”,  cella costruita per lui per punirlo dell’attentato contro Geōrgios Papadopoulos. Nella Grecia dei colonnelli, lui  liberale progressista, e “venizelista” non scende a compromessi e combatte. L’attentato fallisce e Panagulis  non se lo perdonerà mai. Ed è proprio in quei pochi metri bui a Boiati, dove le peggiori atrocità furono compiute sul suo corpo minuto, che Panagulis resiste e scrive. Durante uno sciopero della fame, uno dei tanti, per protestare contro i suoi aguzzini ai quali mai si piegherà scrive:

La nostra fame
facemmo mangiare
E così viviamo
Dentro la nostra sete
cercammo la rugiada
Non lo crediate strano
l’abbiamo trovata!

E ancora scrive nei giorni bui nella sua “tomba”, scrive con ogni mezzo, sulle pareti della cella, su pezzi della lacera coperta e talvolta su carta. E si anche l’inchiostro e la carta gli erano proibiti affinché il suo spirito indomito e ribelle cedesse. Ma Alekos forte del suo credo, vive e compone versi di grande bellezza.

Ho guadagnato una vita
un biglietto per la morte
e viaggio ancora
In certi momenti
ho creduto d’essere giunto
alla fine del viaggio
Mi sbagliavo
Erano solo imprevisti
del cammino.

Fallaci-Panagulis

“Sembra una poesia” dice la Fallaci e lui le risponde  “Lo è. Una veccia poesia scritta a Boiati due anni fa, quando scadde il termine per fucilarmi. Tre anni durava quel termine.”
Ma è una poesia triste!” Ribatte Oriana guardandolo completamente presa da quell’uomo.
“Ogni proroga è triste quando sai che è una proroga.”
Il destino infatti gli regala un imprevisto, Scarcerato per amnistia si incontrano. E la Fallaci lo riconosce, riconosce il volto di Alekos paragonandolo anni dopo a  quello di un Cristo crocefisso dieci volte. Aleksandros è un Uomo.  Sofferente nel corpo per le torture subite, arrabbiato e fragile nell’animo per le ferite più profonde, quelle che nessuno può vedere.
Panagulis è l’eroe che diviene tale per l’eredità che lascia.
“Non te l’ho mai detto quanto è libero un uomo in prigione? L’ozio gli permette di riflettere finché vuole, l’isolamento gli permette di piangere o ruttare o grattarsi finché gli pare, nel mondo aperto invece può riflettere soltanto nelle pause che gli consentono gli altri. E piangere è una debolezza, ruttare una sconcezza, grattarsi una sconvenienza”
E’ ancora simbolo di resistenza  oggi a più di quarant’anni dalla morte avvenuta ad Atene in circostanze misteriose.

1 maggio 2021

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