45 anni dalla morte di Alexandros Panagulis eroe della Grecia moderna che amò la Fallaci Cultura Storia 1 Maggio 2021 di Cinzia Santoro Abbiamo bisogno di eroi, e nella più assoluta mancanza voltiamo lo sguardo al passato. Alekos Panagulis eroe della Grecia moderna, rivoluzionario, paladino della libertà e della democrazia. Oriana Fallaci eAlekos Panagulis Poeta e Uomo, così come lo definirà Oriana Fallaci nel suo libro più famoso, Panagulis supera l’orrore delle torture scrivendo con il suo sangue. Solo con la sua poesia vincerà il dolore e la morte durante gli anni di prigionia a Boiati. Alekos fu tenace, passionario e ironico nella “tomba”, cella costruita per lui per punirlo dell’attentato contro Geōrgios Papadopoulos. Nella Grecia dei colonnelli, lui liberale progressista, e “venizelista” non scende a compromessi e combatte. L’attentato fallisce e Panagulis non se lo perdonerà mai. Ed è proprio in quei pochi metri bui a Boiati, dove le peggiori atrocità furono compiute sul suo corpo minuto, che Panagulis resiste e scrive. Durante uno sciopero della fame, uno dei tanti, per protestare contro i suoi aguzzini ai quali mai si piegherà scrive: La nostra fame facemmo mangiare E così viviamo Dentro la nostra sete cercammo la rugiada Non lo crediate strano l’abbiamo trovata! E ancora scrive nei giorni bui nella sua “tomba”, scrive con ogni mezzo, sulle pareti della cella, su pezzi della lacera coperta e talvolta su carta. E si anche l’inchiostro e la carta gli erano proibiti affinché il suo spirito indomito e ribelle cedesse. Ma Alekos forte del suo credo, vive e compone versi di grande bellezza. Ho guadagnato una vita un biglietto per la morte e viaggio ancora In certi momenti ho creduto d’essere giunto alla fine del viaggio Mi sbagliavo Erano solo imprevisti del cammino. Fallaci-Panagulis “Sembra una poesia” dice la Fallaci e lui le risponde “Lo è. Una veccia poesia scritta a Boiati due anni fa, quando scadde il termine per fucilarmi. Tre anni durava quel termine.” Ma è una poesia triste!” Ribatte Oriana guardandolo completamente presa da quell’uomo. “Ogni proroga è triste quando sai che è una proroga.” Il destino infatti gli regala un imprevisto, Scarcerato per amnistia si incontrano. E la Fallaci lo riconosce, riconosce il volto di Alekos paragonandolo anni dopo a quello di un Cristo crocefisso dieci volte. Aleksandros è un Uomo. Sofferente nel corpo per le torture subite, arrabbiato e fragile nell’animo per le ferite più profonde, quelle che nessuno può vedere. Panagulis è l’eroe che diviene tale per l’eredità che lascia. “Non te l’ho mai detto quanto è libero un uomo in prigione? L’ozio gli permette di riflettere finché vuole, l’isolamento gli permette di piangere o ruttare o grattarsi finché gli pare, nel mondo aperto invece può riflettere soltanto nelle pause che gli consentono gli altri. E piangere è una debolezza, ruttare una sconcezza, grattarsi una sconvenienza” E’ ancora simbolo di resistenza oggi a più di quarant’anni dalla morte avvenuta ad Atene in circostanze misteriose. 1 maggio 2021