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Lisa Montgomery undicesima vittima del mandato di Donald Trump, uccisa con un’iniezione letale.

di Cinzia Santoro
L’immagine di Lisa Montgomery passa sui social e mi lascia il sapore amaro della morte. Cerco notizie e scopro che Lisa è la prima donna ad essere giustiziata negli ultimi settanta anni in una prigione federale. Era rinchiusa dal 2004 nel braccio della morte, nella prigione di Terre Haute in Indiana, dopo essere stata condannata per l’ efferato omicidio di una giovane donna incinta.
Trovo una foto di Lisa, di quando era una bimba, è bella e sorride. Indossa un vestito dai colori vivaci. E mi chiedo cosa sia successo a quella deliziosa piccolina perché diventasse un’assassina brutale e spietata.
Lisa è stata dichiarata incapace di intendere e di volere dopo un ‘ attenta perizia psichiatrica, ma il suo stato mentale non è servito a bloccare l’esecuzione.
Negli Stati Uniti la pena di morte è in vigore in ventinove stati e Donald Trump ha concluso il suo mandato con l’undicesima esecuzione capitale, eseguita tramite iniezione letale.
Lisa Montgomery può essere considerata l’unica colpevole in questa tragica vicenda? La sua esistenza è stata un calvario costellato da violenze inaudite e atrocità gratuite. Cresciuta in un ambiente degradato, viene brutalizzata dal suo patrigno alcolista prima e poi con la complicità oscena della madre, venduta agli amici di famiglia e agli operai, in cambio di lavori di idraulica o falegnameria. La vita di stenti, il tradimento delle figure di riferimento dell’infanzia e una lesione celebrale causata dalle sevizie quotidiane, fanno di Lisa Montgomery una vittima.
Anche lo stato è colpevole, in quanto assistenti sociali e medici pur consapevoli delle violenze, mai si occuperanno della piccola Montgomery. Abbandonata al suo destino fino alla fine dei suoi giorni.
Vittima che, giorno dopo giorno, violenza sessuale dopo violenza sessuale, violenza di gruppo e alcolismo, due matrimoni sbagliati, quattro gravidanze, un aborto e la sterilizzazione contro la sua volontà, a trentasei anni diviene una brutale assassina. Strangola una giovane donna incinta di sette mesi, le apre il ventre e porta via la piccola appena nata. La donna morirà poche ore dopo il ritrovamento, il neonato sarà ritrovato in buona salute a casa della Montgomery, che afferma di aver appena partorito. Lisa Montgomery non è un mostro, è il risultato di una vita spezzata dalla bruttura umana, dall’indifferenza e dalla violenza.
Al suo funerale, solo i suoi avvocati e la sorella. Lei almeno si è salvata, adottata in un’altra famiglia ha recuperato il trauma perpetrato dalla famiglia d’origine, dimostrando così che l’amore, la cura e l’ascolto possono vincere sulla violenza e l’incuria.
Ai lettori lascio una riflessione sulle parole di Victor Hugo che da sempre fu contrario alla pena capitale.
“Ovunque viene comminata la pena di morte, la barbarie domina, ovunque la pena di morte è rara, la civiltà regna.
17 gennaio 2021

One thought on “Lisa Montgomery undicesima vittima del mandato di Donald Trump, uccisa con un’iniezione letale.

  1. La pena di morte, nel diritto primitivo, assumeva carattere oggettivo: se un appartenente ad una tribù avesse ammazzato un componete di altra tribù, per sanzione, veniva ammazzato un qualunque componente della tribù avversa. Poi si è introdotto il presupposto soggettivo, si cercava colui che avesse ammazzato. In seguito si è cercato l’elemento psicologico, colpa, dolo, colpa cosciente, dolo eventuale. Nelle culture giuridiche europee la pena aveva una funzione punitiva (risarcitoria) ma anche di rieducazione, oltre che preventiva. In Europa è stato eliminato l’ergastolo, perchè contrario alla natura di ravvedimento. Negli Usa la pena di morte è sempre esistita, sin dalla sua costituzione. L’esecuzione della pena veniva teatralizzata, diventava una sorta di spettacolo, alla quale assisteva un gruppo di cittadini, e tutte le televisioni della nazione. La pena di morte diverse volte è stata comminata a soggetti innocenti, in specie di pelle nera o ultimi della società, che non potevano permettersi un avvocato. Per noi europei si tratta di barbaria giuridica. in un certo senso la pena di morte servirebbe ai cittadini americani di aver trovato un capo espiatorio, che prescinde dalla sua colpevolezza, purchè venga giustiziato un “colpevole”. L’opposto alla cultura europea: meglio un colpevole fuori che un innocente condannato. La pena di morte aiuterebbe a ridurre le ansie e le angosce di una società sempre in fibrillazione. Ma conferisce al Capo dello Stato, esercitando il potere di vita o di morte, di rassicurare quelle nature timide, che paradossalmente sono quelle che si agitano di più, che si vestono in maniera aggressiva. Ma gli americani sono fatti così: prima sparano e poi dicono perchè.

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