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Violenza donne: L’Unione Europea in prima linea nel combatterla

Violenza donne

in copertina l’attrice Monica Keniota Levanto

 

di Giuseppe Ventesimo

Oggi 25 novembre ricorre la giornata contro la violenza sulle donne, che è un argomento attualissimo e dove c’è ancora da lavorare molto, poiché i casi di femminicidio e di violenza sulle donne purtroppo sono ancora alti. Basti pensare ad un articolo scandaloso di un quotidiano della stampa italiana che con il suo titolo ha compiuto un grave gesto di violenza verso una donna che è stata vittima di abusi e soprusi. 

Citazioni Giuridiche

Ursula Von der Leyen

Nell’Unione Europea, la parità di condizioni in tutti i settori tra uomo e donna è un valore ed un principio fondamentale su cui essa si basa. Infatti ha un’ampia base giuridica nel quadro normativo e legislativo essendo stata scolpita nell’attuale trattato di Lisbona, precisamente all’art 2 TUE (valori fondamentali), art 8 TFUE (eliminare inuguaglianze e promuovere la parità tra uomini e donne in tutte le attività),  art 19 TFUE (provvedimenti legislative per combattere ogni forma di discriminazione), art 153 TFUE (pari opportunità e pari trattamento nell’occupazione), art 157 TFUE (azione finalizzata all’emancipazione femminile),  l’art 79 e 83 TFUE che contrasta la tratta degli esseri umani, in particolare di donne e bambini e l’art 168 TFUE volto a eradicare la violenza contro le donne nel programma “Diritti, uguaglianza e cittadinanza”.  Anche la Carta dei diritti fondamentali di Nizza, che ha pari valore del trattato, all’art 21 sancisce questi obiettivi e anche nella dichiarazione n 19, che recita che l’Unione e gli stati membri si sono impegnati a lottare contro tutte le forme di violenza domestica, per prevenire e punire questi atti criminali e per sostenere e proteggere le vittime. Successivamente c’è stato un abbondante corpus di atti di diritto derivato, regolamenti, direttive, decisioni sul tema del pari trattamento e del contrasto ed eliminazione del trattamento sulla donna. Sin dall’inizio della sua esistenza l’UE si batte per questo obiettivo, infatti nel Trattato di Roma era presente la norma sulla parità retributiva tra uomo e donna. Anche la giurisprudenza della CGUE è stata molto ampia su questo tema e si è impegnata sin da quando la Comunità è stata fondata a promuovere la parità di trattamento. Si pensi alla famosa sentenza Defrenne II del 1976 stabilendo che la parità retributiva uomo-donna non riguarda solo le pubbliche autorità, ma anche per tutte le convenzioni che disciplinano il lavoro subordinato. Anche nella sentenza Test-Achats del 2011 la CGUE ha dichiarato l’invalidità di un articolo di una direttiva perché era contrario al principio di trattamento di parità tra uomo e donna per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura.

Molte sono oggi le azioni che l’Unione Europea in prima linea promuove e attua in maniera attiva in quanto principio fondamentale e perno della comunità. Infatti nel bilancio UE 2014-2020 (QFP 2014-2020) la questione parità tra uomo e donna è stata affrontata medianti i programmi “Giustizia” e “Diritti, uguaglianza e cittadinanza”. Ed è stata sostenuta con ingenti fondi e risorse finanziare. (Programma Giustizia: 45. 603.000 euro) (Programma Diritti, Uguaglianza, Cittadinanza: 66.713.000 euro). 

Poi è presente l’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) con sede a Vilnius, in Lituania che ha l’obiettivo di rafforzare e cementare la parità di genere e nel 2018 ha presieduto la rete delle agenzie per la giustizia e gli affari interni (GAI).

La Commissione Europea ha adottato la Carta per le donne e l’impegno strategico per la parità di genere nell’ottica di migliorare la promozione dell’eguaglianza. Poi c’è stata l’adesione dell’UE alla Convenzione del Consiglio d’Europa di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Ursula Hirschmann da giovane

Una donna come Ursula Hirschmann è stata una delle principali scrittrici del “Manifesto di Ventotene”, nonché moglie di Altiero Spinelli. Nelle istituzioni è stata presente una partecipazione femminile. Basti pensare che Simone Veil, una donna francese, è stata la prima presidente del Parlamento Europeo eletto a suffragio universale diretto da parte dei cittadini nel 1979 e ha mantenuto tale incarico fino al 1982. Oggi è ancora più evidente il ruolo delle donne nella politica dell’UE, pensiamo all’attuale presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. L’attuale Commissione Europea è formata da 13 donne sui 27 commissari totali. Pensiamo anche alla governatrice della BCE (Banca Centrale Europea), che è la francese Christine Lagarde. Poi c’è la figura del Mediatore Europeo, che è la donna irlandese Emily O’Reilly 

All’interno del Consiglio Europeo c’è la figura della Cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha domenica scorsa ha celebrato i suoi 15 anni di carica di cancelliere ed è una donna di grande importanza e carisma. Poi c’è la figura della presidente finlandese Sanna Marin, del primo ministro danese donna Mette Frederiksen. La presenza delle donne al vertice delle istituzioni UE è un elemento che fa ben sperare e che porta una ventata di ottimismo a tutti i cittadini dell’UE e che fa capire che l’UE si impegna in prima linea e da protagonista nella parità di genere in tutti i settori e gli ambiti. Fa ben sperare per il nostro futuro.

Molti obiettivi di liberazione e di emancipazione sono ancora da raggiungere in tutti i settori pubblici e privati della vita, si continuerà ancora a lavorare e a combattere molto, ma le donne sono forti e non hanno paura e tutti siamo tenuti a dare un grande aiuto e contributo.

25 novembre 2020

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