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Gianrico Carofiglio “Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose” edito da Feltrinelli.

di Anna Materi

Siamo nuovamente chiamati a fermarci, ce lo impone il nuovo DPCM, ce lo consiglia la cautela e il buon senso. Ho ricevuto in dono una card per l’acquisto di libri e mai dono è stato più gradito in questo momento che mi obbliga a stare a casa. Poiché non voglio rendere tedioso e fastidioso il tempo dell’attesa, immaginando a quando sarà bello davvero poter uscire nuovamente senza mascherina e passeggiare a fiato corto, mi dedico a ciò che forse so far meglio, cioè leggere. Con la card avuta in dono ho acquistato libri recentissimi, ma anche classici, perché mai debba dimenticarmi da dove provengo.
Come recentissimo, uscito a settembre 2020, vi parlo dell’ultimo di Gianrico Carofiglio “Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose”, ed. Feltrinelli. Già il titolo mi dice “comprami!” Come si fa a impostare un sottotitolo “Breviario di politica e altre cose”?
Beh Carofiglio osa, e osa alla grande. Le “altre cose” a cui allude, sono in effetti tutto ciò che lui stesso avvicina alla politica, ma che politica (in senso stretto) non sono, quale la “gentilezza” o l’”arte del complotto”, le “discussioni ragionevoli” o “coraggio e paure”. E’ un breviario perché in effetti con l’uso sapiente e conciso delle parole riesce a portarci nei meandri della politica e ci fa capire che la politica deve poter fare uso della gentilezza ad esempio. Sentiamo come parla della gentilezza l’autore : “Il concetto di gentilezza (…)consiste nella percezione dell’altro e consente di ridefinire i criteri dell’azione politica”.
Personalmente alla gentilezza avrei accostato i sinonimi di grazia, cortesia, disponibilità, ma percezione dell’altro mi spiazza (e non poco) e mi turba accostare la gentilezza al canone dell’azione politica. Ci penso su e mi dico che in effetti siamo bombardati da politici che urlano, che prevaricano l’altrui essere con gesti e parole spesso “osceni”. Posso pensare ad un politico odierno “gentile”, che sia attento a “percepire l’altro” e di questa percezione farne il manifesto della propria azione politica? Oh qual sforzo mi vien chiesto e io non ho alcuna intenzione di sforzarmi!
Vogliamo parlare del coraggio inteso come il “contrario della rassegnazione (…), virtù di persone che accettano la responsabilità dell’essere umani”? Avreste mai accostato coraggio e il suo contrario rassegnazione?
Voglio poter pensare che le “altre cose” allora sono i nostri pensieri, le nostre riflessioni, il nostro fermarci a leggere questo “manuale” (breviario per me è troppo riduttivo, chiedo scusa all’autore e all’editore) e chiederci se è tutto vero quel che leggo e, se è vero, perché io per prima ho fatica a metterlo in pratica? Per me diventa quindi un esercizio d Critica, di attenzione e infine di ribellione. Di ribellione sì perché come cittadina vorrei poter contare su una classe politica che sia gentile e coraggiosa, non rassegnata, che possa disegnare un nuovo modello di uomo civile, che sia innanzitutto intelligente e non viva queste virtù come debolezze, ma come punti di forza, come trampolini di lancio per costruire una comunità di individui gentili, coraggiosi, conflittuali ma non distruttivi. Chiedo tanto? Non so, io inizio la ennesima rilettura, perché più lo leggo e più mi appassiona. E la politica cos’è se non anche la passione cosciente e costruttiva per le vicende degli uomini?

28 ottobre 2020

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