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Lucia Bosè un’attrice che amava la vita stroncata dal Coronavirus

 

Clelia Conte

di Clelia Conte

E’ morta a Segovia il 23 marzo Lucia Bosè, attrice italiana con il coronavirus.

Aveva 89 anni, un anno più di mia madre la quale nutriva per lei ammirazione.

L’attrice divenne famosa quando vinse, Miss Italia nel 1947 ed aveva soli 16 anni. Da questo momento fu la sua ascesa nel mondo del cinema e con grandi registi. L’aveva scoperta giovanissima Luchino Visconti ed esordì  con Giuseppe De Santis in Non c’è pace per gli ulivi (1950). Con Federico Fellini girò Satyricon e con Mauro Bolognini Metello, Per le antiche scale. Girò anche Cronaca di un amore con Antonioni.

Mi ha sempre affascinato la storia di questa donna bellissima che si sposò l’ 1 marzo 1955 con il torero Luis Miguel Dominguìn e da questa unione nacquero Miguel Bosè, Lucìa Dominguìn e Paola Dominguìn.

Lucia Bosè col figlio Miguel

Di Miguel sono sempre stata appassionata fans e lo vidi anche in un concerto a Bari quando cantava “Superman”, un vero showman ed anche un attore validissimo. E’ lui che ha divulgato la notizia del decesso della sua mamma. Questa orribile malattia, questo virus cattivissimo, si è portato via una vera icona ed un simbolo di professionalità e bravura del cinema italiano ed internazionale.

Lucia Bosè nel 1970

Lucia Bosè, nonostante la sua bellezza raffinata, pose fine al suo matrimonio nel 1968 a causa delle numerose scappatelle del marito. Decise però di non rientrare più in Italia rimanendo in Spagna con i suoi figli.

E’ stata a Roma per la  Festa del Cinema l’autunno scorso, in occasione dell’uscita del libro di Roberto Liberatore ‘Lucia Bosè. Una biografia’ (Edizioni Sabinae). Si è presentata con il suo viso autentico, segnato dal tempo ma che denota coraggio di essere se stessa, senza aver forzato la natura.

Lucia Bosè e Roberto Liberatori alla Festa del Cinema di Roma- 20 ottobre 2019

Ha soggiornato i Italia almeno un mese, consigliata dal figlio Miguel. In trasmissione con Mara Venier si è commossa per la gioia di essere a Roma e per l’affetto manifestato dagli italiani. Non le sembrava vero di svegliarsi la mattina e trovarsi nella sua amata Capitale che ha salutato, presentando la sua biografia e nutrendosi dell’affettuosità dei connazionali.

Questa donna, ironica e intelligente, amava la vita ed esprimeva simpatia. Di lei mi ha colpito come una persona così elegante e bella potesse scegliere di tingersi i capelli di blue che sapeva portare nonostante gli anni. Mi ha anche toccato  una sua frase la quale affermava come guardando sempre avanti fosse arrivata alla sua età felice e serena. Peccato che un virus assassino, infinitesimamente piccolo, le abbia stroncato questa esistenza. Non importa fosse in avanzata età, importa che tante donne meravigliose come lei siano state rubate alla vita, ai figli ed ai nipoti.

Magari in vita e con la sua vitalità, avrebbe detto: “Ce la faremo!”
24 marzo 2020

One thought on “Lucia Bosè un’attrice che amava la vita stroncata dal Coronavirus

  1. il marito, Luis Miguel Dominguin, uno degli ultimi grandi toreador, che ha partecipato come attore in alcun film, è l’archetitpo della lotta dell’uomo contro gli animali, allegoria delle vicenda umana. Ha ispirato tani artisti, dai pittori rupestri delle grotte preistoriche, al Minotauro, a Goja. Picasso, Mirò. Europa, figlia del re di Tiro, si innamorò del Toro Bianco, sotto le cui sembianze si nascose Zeus, che era un gran puttaniere. La ragazza lo cavalcò, e la coppia raggiunse l’isola di Creta. La vicenda umana della Sig.a Bosè è molto vicina alla figlia di Agenore.
    Purtroppo, i tori servono solo per la fecondazione, per le bistecche, per le performance (come quella dell’artista Paradiso che portò Pinco Pallino, alla biennale di Venezia del 1972. Lo sperma di quel toro fa parte della mia collezione). Adesso il nemico è subdolo, raffinato, mutevole, avido di sangue e di vite umane. Per colpa degli uomini, che non rispettano la natura (mondo animale e vegetale). La Bosè, come purtroppo, tante altre, è una vittima di questa battaglia, tra l’uomo e le sue deficienze mentali, che violentano il suo mondo, il nostro mondo, l’unico che abbiamo, mosso dal volgare denaro

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