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Più in Italia che in Cina! Perchè l’Italia precipita

di Anna Gomes

In Italia superiamo i morti rispetto alla Cina. Per l’esattezza 3.405 decessi, 174 in più rispetto alla vastissima Cina. Purtroppo dobbiamo constatare che c’è per noi poveri italiani, ormai quasi tutti in quarantena o sui campi di battaglia (ospedali in primis), un nuovo record negativo.

 Ieri,19 marzo, i positivi hanno superato i 33 mila contagiati. Come mai? Forse troppi scambi di persone in questo mondo globalizzato. Poco rispetto delle regole igieniche? Ma di chi è veramente la colpa di questo cataclisma globale che si e ‘abbattuto così inaspettatamente sulle nostre teste e nelle nostre vite?

Lo sapremo solo tra qualche anno anche perché come si suol dire, “ai posteri l’ ardua sentenza”.
Intanto continuiamo a combattere la nostra battaglia quotidiana, tra annunci e numeri allarmanti, borse europee al collasso e cervelli a rischio di esaurimento nervoso.
Mai come ora, siamo messi alla prova nel mantenere la calma,in casa e fuori.
Eh si, il perché quando si esce si avverte in questo silenzio spettrale, la paura ancestrale di una guerra.
Esattamente! Una guerra contro un nemico invisibile che ci può attaccare comunque e dovunque, senza poterlo sparare a mano armata! Il Coronavirus è ormai il protagonista indiscusso di stampa, televisione e quant’altro.
Ma la calma è la virtù dei forti e noi ce la faremo anche questa volta.
Intanto Milano,si attrezza con nuovi ospedali (anche grazie ad ingenti donazioni di privati), per arginare il numero sempre maggiore di ricoverati per Coronavirus, mentre gli ospedali di Bergamo e Brescia tracollano. E chi di noi non si e’ commosso di fronte al lungo  convoglio militare che portava i defunti al Cimitero di Bergamo?
Il dott. Massimo Galli, primario di infettivologia all’ospedale Sacco di Milano, e’ preoccupato ma allo stesso tempo incavolato per la mancanza di assistenza domiciliare. “Non vorrei che alla fine ci trovassimo i morti in casa”“E poi troppa gente in giro!”  non si stanca mai di ammonire.
Incoscienti, irresponsabili, senza timor di Dio o alienati da una vita troppo limitata tra le quattro mura?
Certo è che il contagio si blocca solo e soltanto, isolandoci nelle case!  Se rispettiamo tutti le regole forse non sarà troppo tardi.
E allora facciamo tutti i bravi, mettiamo da parte i nostri stupidi egoismi ed ascoltiamo chi ne sa certamente più di noi!
20 marzo 2020

One thought on “Più in Italia che in Cina! Perchè l’Italia precipita

  1. La provincia cinese di Hubei, con capitale Wuhan, sul Fiume Azzurro, conta circa 60 milioni di abitanti, cioè quasi tutta l’Italia. In Cina, che si sono accorti in ritardo del cataclisma in arrivo, hanno messo in quarantena tutta la Provincia, manu militari. Nessuno, e in Cina nessuno significa nessuno, poteva uscire da casa, i militari lo arrestavano e lo portano ai lavori forzati, in Africa, continente del quale sono diventati i padroni. In Italia, chiusura si, ma non per tutti, alcuni locali aperti fino alle 6, deroghe, vecchietti sui sedili seduti con il loro cartone, metro affollati come al solito, jogging, mascherine introvabili, gatti con la carta forno, ecc. Come sarà noto, il virus di 0,1 micron, non viaggia da solo, non ha gambe, o ali, si affida al suo malcapitato per trovare il suo cibo. Ma l’Italia è una democrazia, e vedere i militari nelle strade a qualcuno fa ricordare qualche periodo, nel quale la cura era l’olio di ricino. Arriviamo al sodo: il tema è potere autoritario, o democrazia. L’Autorità gerarchica è essenziale per assumere velocemente decisioni, che si fanno rispettare. La democrazia rispetta i diritti umani, per cui occorre un verbale, un giudice, una condanna, un appello, ecc. L’Italia non costruisce strade e città in Africa al costo di manodopera gratis, dei carcerati per un niente. Poi si vedrà se ha ragione o meno. ma nessun giornale lo segnalerà mai.Ecco perchè i nostri morti aumentano, perchè la persuasione non è connaturata al nostro spirito libero, ed ha bisogno di spiriti evoluti per comprendere le ragioni, e la forma di invito, che non deve essere un comando, ma un suggerimento: per piacere, non uscite, vecchietti non andate ai giardini, attenti a dove sputate, ecc. Non così le donne, che sono tutte TV, cucina, casa, telefonate. Finita questa baraonda, il dopo non sarà più lo stesso: vanno ripensati i rapporti tra Autoritarismo e democrazia, e i rapporti tra Stati autoritari e Stati democratici. I primi sono più efficienti nelle catene di comando, non vi sono diritti umani, sindacali, ecc. Ma noi compriamo le nostre merci, che prima producevamo in casa, da quei paesi con costi inferiori. Il prezzo di un prodotto incorpora diritti. Lo diceva Marx: le mele non vanno da sole al mercato, qualcuno li porta, e se è monopolista fissa pure il prezzo. Ho scritto un’altra volta che il Free Trade cioè il libero scambio, va sostituito con i Fair trade, comprare quei prodotti che sono fabbricati con il rispetto dei diritti, che la nostra civiltà occidentale ha accumulato in secoli di lotte, di guerre, di impegno sociale. ma il telefonino della Huawei rende di più, costa di meno del brondi, dei Nokia, ecc. anche se li acquistiamo con marca Apple. Così è finita la produzione in Europa, anche negli Usa, e abbiamo delegato ai cinesi il nostro mercato globale, che lo è solo per gli acquisti, e per qualche vendita di prodotti interni, ma di scarsa incidenza nella nostra occupazione, tra quella che si perde comprando in cina, e quella che aumentiamo vendendo in Cina. Il dolce capitalismo illude, delude, consola. Tanto, basta stampare carta denaro, e tutto si aggiusta. Ma secondo voi, chi comanda, il tuo creditore, che ti fa fallire quando vuole lui, o tutte le tue idee democratiche. Questa è la versa battaglia del futuro, che vanga accolta almeno dalle nostre elite, buon letargo. siamo tutti nella prigione di Sing Sing

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