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Clienti “sovranisti”: ecco la narrazione un esempio di grande maleducazione  

 

di Romolo Ricapito

Voglio raccontare questo episodio con una premessa: spesso uscendo di casa mi attardo più del dovuto in negozi e rivendite varie, perché accade che c’è sempre qualcuno il quale, abusando della pazienza degli esercenti, ma soprattutto degli altri clienti, si inserisce con la sua invadenza allungando i tempi, sia quando è già il turno di altri oppure trovando ogni pretesto per rimanere più del tempo che occorre quando è il proprio (di turno) ,.
Oggi presso un’edicola ero preceduto da un signore con un enorme cane nero; costui raccontava fatti molto personali della sua famiglia alla giornalaia, la quale ascoltava impassibile, non so se per educazione oppure in quanto conosceva bene il signore in questione. E dunque era abituata alle sue  particolari esternazioni.
Ora, oltre a distrarre l’esercente, allungando i tempi (dovevo chiedere un’informazione  rispetto a un’uscita editoriale) il cane, o meglio, il cagnone del signore mi annusava dalla testa ai piedi.
Passi: mi piacciono gli animali, epperò la coda scodinzolante del quattrozampe mi colpiva le gambe con vigore  e la cosa iniziava a darmi un po’ fastidio.
A un certo punto l’animale faceva cadere per terra una palla-giocattolo facente parte di quei toys che alcuni giornalai vendono come gadget ai clienti.
Molte edicole “sopravvivono”, o integrano i profitti, come si sa,  offrendo  oggetti anche diversi dai giornali.
Io ho avvertito il signore del fatto che il cane aveva fatto cadere la palla, , quindi lui rivolto all’animale : “che cosa hai combinato, adesso mi tocca pagarla”.
La signora dell’edicola ha detto che non era necessario, ma magari sufficiente che l’oggetto fosse rimesso al suo posto, ovvero appeso con una cordicella perché da lì il cane lo aveva azzannato.
Il padrone della bestia replicava che ormai la palla era piena di bava (vero) e che dunque l’avrebbe acquistata.
A sentire il prezzo (3,50) il cafone (mi si permetta di usare questo termine) tirava un calcio in direzione di “Fido”, il
quale colpito, sia pure di striscio, ululava “càicàicài”” per lo spavento unito al  dolore. La giornalaia mi ha chiesto a questo punto (anche per allentare la tensione) quale giornale volessi comprare.
Io ho pronunciato apposta la frase: ” lo dico quando il signore se ne sarà andato”.
Ma quello rimaneva, imperterrito, riprendendo discorsi personali e sparlando di certi parenti, definiti “serpenti”.
Allora ho chiesto al tale in questione di prendermi una rivista esposta lontano da dove mi trovavo, essendo impossibilitato io a farlo, in quanto lo spazio nel quale era inserita la rivista era occupato dal cane e dal padrone, che in quanto a stazza non scherzava mica.
Il signore però sbagliava rivista, dunque mi è toccato scomodamente farmi largo, prendere il settimanale, pagare e andarmene. Il padrone del cane rimaneva ancora.
Mister Rompiscatole era addirittura entrato dentro l’edicola per mostrare all’esercente l’immagine della suocera (estrapolata dallo smartphone) che gli avrebbe reso la vita impossibile.
7 ottobre 2019

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