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Lanciano sguardi come coltelli a cameriere e clienti di un circolo privato “disturbati” nell’ascolto di una conferenza

rabbia

 

di Romolo Ricapito
Ho partecipato a una serata a ingresso gratuito previa prenotazione presso un circolo privato barese, affacciato sul mare, per una conferenza.

 Tutto regolare, tranne che a un  certo punto un gruppo di partecipanti, perlopiù  abbastanza anziani, ma ancora molto arzilli, che sedevano su comode sedie imbottite (non quelle predisposte per assistere all’incontro) e avendole peraltro spostate al confine col ristorante di detto circolo, si giravano voltandosi indignati e lanciando sguardi di fuoco in direzione dei clienti del ristorante e tutto perché un ossequioso cameriere elencava le portate (branzino, insalata e altro) agli avventori, nello specifico quattro, in attesa della cena.
Quegli  sguardi mi hanno colpito: odio allo stato puro, disappunto, rabbia perché erano stati disturbati nell’ascolto della conferenza, anche nei confronti del cameriere.
La “protesta” silenziosa sarà durata tre minuti scarsi,finché il cameriere non si allontanava..
Aspettavo che quei signori scandalizzati dalla presunta villania del cameriere lo rimproverassero, per agire di conseguenza, ovvero fare osservare che oltre ad essersi spinti più in là del consentito, come spazio e altro, i camerieri hanno il diritto di lavorare, i clienti di ordinare e i circoli, privati e non, hanno anche lo scopo di fatturare.
Tale protervia è tipica di una certa borghesia alla quale tutto dovrebbe essere concesso, ma che non si avvede che non si comporta bene in prima persona  e in primo luogo.
I miei omaggi  a quel cameriere, che sudato sotto la divisa si affaccendava a scandire bene i nomi delle portate, nell’ossequio dei clienti e della deontologia della sua professione.
20 giugno 2019

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