Sei qui
Home > Attualità > La crisi culturale dei settimanali popolari

La crisi culturale dei settimanali popolari

di Romolo Ricapito
Si parla molto della crisi dei quotidiani, con un vistoso calo delle vendite, ma non si accenna mai alla deriva dei settimanali, alla base della  quale  c’è una evidente crisi di idee e di ideali.

Mi riferisco ai rotocalchi popolari, che diventati quasi un’istituzione dagli anni Sessanta in poi, hanno raccontato tutto dei personaggi famosi, le loro vite,i  loro successi e drammi.
Jackie Kennedy, Sophia Loren, Liz Taylor e Richard Burton, gli amori di Mina, poi Carolina e Stefania di Monaco, Lady Diana, e via discorrendo.
Attualmente, osservando le copertine di questi settimanali in una grande edicola, ho avvertito un vuoto di contenuti e una ripetizione ossessiva delle notizie sui soliti personaggi.
Mancano davvero le notizie vere, gli scoop, le curiosità.
Su almeno tre copertine campeggiava ancora e sempre Al Bano Carrisi, con dichiarazioni del tipo:… “vorrei la pace tra Romina e Loredana”.
Cosa c’è ancora da scoprire sulla famiglia del cantante di Cellino dopo che si è già  scritto  tutto e il contrario di tutto?
Un altro personaggio che è venuto fuori su queste riviste è tale Kikò, di professione parrucchiere,  il cui nome è anche Chicco Nali, ex marito della starlette tv Tina Cipollari,
Nalli ha avuto una “storia” nella casa del Grande Fratello con un’avvenente e giovane insegnante.
Ho citato questi fatti perché, ovviamente, non viene voglia davvero di acquistare nessuno di questi  settimanali.
Una volta capitava  che davvero incuriositi da notizie inedite, gossip curiosi o interviste esclusive, ma davvero tali, si fosse spinti all’acquisto,  anche occasionale.
Adesso forse è meglio comprare  un quotidiano in più e uno in meno  di questi settimanali con buona pace di Al Bano e C,. perché davvero questa stampa è anticulturale, ma soprattutto anacronistica.
20 giugno 2019

Lascia un commento

Top