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Copia della “Rettifica” inviata a La Repubblica: perché Matteo Salvini non avrebbe dovuto frequentare il liceo classico del lettore che lo critica?

 

di Romolo Ricapito
Ho letto su Repubblica giorni fa sulla rubrica delle lettere dei lettori la “protesta” di un signore incredulo del fatto che Matteo Salvini abbia frequentato lo stesso liceo classico lombardo dove egli si è diplomato.

Probabilmente ritenendo il vice premier e ministro degli interni “indegno” e inadatto a istruirsi presso la gloriosa scuola che ha visto questo lettore adolescente apprendere le varie materie come filosofia, greco e latino, il signore concludeva il suo breve scritto sostenendo che i professori ormai deceduti di quel liceo classico stessero rivoltandosi nella tomba al pensiero di avere avuto Salvini come scolaro.
Al di là dell’antipatia che un  qualsiasi  personaggio delle istituzioni può suscitare, ritengo veramente assurda l’opinione del lettore.
La scuola deve scegliere i suoi alunni in base a che cosa?
E chi gli dà il diritto di attribuire a insegnanti purtroppo deceduti il rivoltarsi nella tomba con pensieri e considerazioni del lettore stesso?
Quella lettera, al di là della libertà di pensiero e di  stampa, non andava certamente pubblicata in quanto intrisa di odio immotivato e superbia intellettuale.
Nessuno può negare il diritto all’istruzione a nessun altro.
Reputo che le lezioni di filosofia, italiano e quant’altro non abbiano giovato al lettore, perché non gli hanno insegnato la tolleranza, civile e politica.
21 maggio 2019

One thought on “Copia della “Rettifica” inviata a La Repubblica: perché Matteo Salvini non avrebbe dovuto frequentare il liceo classico del lettore che lo critica?

  1. forse quel lettore non avrebbe mai pensato che gli stessi autori studiati nello stesso liceo potessero aver prodotto un personaggio che, nel corso della sua carriera politica, da iscritto al PCI, a iscritto alla Lega di Bossi, che voleva la secessione della Padania, e che considerava terroni quelli del Sud, simili ad africani che si ostinavano a vestire all’europea, sia diventato quasi secessionista dell’Italia dall’Europa, con i voti dei tanto dissacrati terroni. Ogni suo comizio mobilita teste di cuoio per la sua difesa personale, considerando le contrapposizioni che crea nella società (al Nord contro i meridionali, al Sud contro i migranti, ma col Rosario a vantaggio di tutti i secessionisti). Un tipo simpatico, che si distingue da tutti i politici attuali, Omnia munda mundis, sic transit gloria mundi

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