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Schiaparelli Life al Teatro Kismet di Bari: la vita di Elsa, stilista avanguardista

 

Romolo Ricapito

di Romolo Ricapito
Per la rassegna della Stagione Teatrale del Teatro Pubblico Pugliese in accordo col  Comune di Bari, in scena al Teatro Kismet dal 14 al 17 marzo “Schiaparelli Life”, per la regia di Carlo Bruni, su testi dello stesso Bruni (che ha curato anche le luci) ed Eleonora Mazzoni.
Un letto a due piazze, al buio, domina la scena iniziale. Delle lenzuola di seta coprono un corpo addormentato mentre un uomo di spalle, con tunica nera, sorveglia la sua datrice di lavoro.
E’ Pascal, maggiordomo della stilista Elsa Schiaparelli (1890-1973)  ritratta durante gli anni del declino mentre su uno schermo scorrono immagini astratte o disegni di fiori.
Elsa, creatrice apripista della moda italiana all’estero, è mostrata nel suo aspetto privato, il più inedito: ingannata da una vita eccessiva e turbolenta, ferita,  icastica, padrona del  turpiloquio.
La donna manifesta il suo profondo disagio e svela le sue memorie agli spettatori.
Ecco il padre, orientalista e professore di arabo che amava i suoi libri più delle sue figlie.
Nonostante sia stanca, la Schiaparelli rivendica una fluviale aneddotica e ancora  diverse istanze .
Balla, si  svela a Pascal, l’amato maggiordomo, figura di riferimento .
Crea fascinazione, anche per l’ambiguo rapporto col servitore: “ti ho amato subito e ti ho scelto”. Marco Grossinel ruolo di Pascal è spalla ma anche protagonista mentre Nunzia Antonino  in quello di Elsa sostiene con polso fermo e una recitazione classica la pièce, della durata di 90 minuti.
Stilista dunque, ma qualcosa di più: con i suoi vestiti  Schiaparelli   ha esplorato i mondi sommersi dell’inconscio.
Dunque la sua arte attiene alla psicanalisi.
Di origine aristocratica, durante i periodi di guerra non aveva bottoni, né accessori per confezionare gli abiti. Legava così, ad esempio, i tessuti con le catene per i cani.
Grottesca, irriverente, canta il brano Parlez moi d’amour, un classico della canzone francese; apre un atelier a Parigi dove rivaleggiò con Coco Chanel.
Collaborò con Dalì e trasformò le sue paure in arte.
Schiaparelli Life è uno spettacolo compatto, soddisfacente, che richiama il passato per ricrearlo, attualizzandolo in un presente senza tempo.
La Schiapa, come veniva chiamata in Francia, non ha paura di risultare finanche volgare, immergendosi in un cupio dissolvi celebrativo, narcisistico e funereo.
Può liberarsi finalmente delle sue ossessioni, ma anche delle frustrazioni.
Un matrimonio finito presto con William: la tradiva .  Una figlia, Maria Luisa detta Gogo, affetta da paralisi infantile.
Elsa cerca di alleviare le sue sofferenze con racconti consolatori.
Vestì tanti miti del  cniema come la Garbo e la Dietrich, ma anche maitresse e prostitute.
Quindi Wallis Simpson,  che indossò  un’abito corredato da un’aragosta disegnata sulla gonna.
Lo stesso abito, riprodotto, viene indossato da Pascal nel finale.
Dietro i fasti di un passato glorioso, rimane l’infelicità e un fondo di cattiveria:  Elsa caccia l’amato domestico per strada, impietosa sul destino dell’uomo, che è figura immaginaria .
La moda, per la quale utilizzò anche il cellophane  e la  paglia , è per Elsa un atto politico, ma anche un connubio con l’arte surrealista e i movimenti pittorici della sua epoca.
Il pubblico è parso interessato alla commedia che ha riscosso attenzione e un buon successo, fatta eccezione per una signora maleducata  che ha manifestato dissenso ad alta voce abbandonando il teatro anticipatamente, calcando i suoi passi sulle scale durante la recitazione degli attori e dunque qualcuno, tra cui la collaboratrice di un sito web, che nonostante i divieti di fare fotografie e riprese, contravveniva all’avvertimento fatto dai responsabili prima dello show eseguendo il contrario.
Schiaparelli Life è una produzione Casa degli Alfieri, Teatro di Dioniso, Asti Teatro, mentre le scene  sono curate da Eleonora Mazzoni e Carlo Bruni.
15 marzo 2019

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