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Quando l’ecologia è un abito alla moda…

Mauro Chirizzidi Mauro Chirizzi

Prendo spunto da un episodio occorsomi in questi giorni  in una via del centro di Udine. Orbene passeggiando notavo dei ragazzi con al seguito alcuni cani e da amante degli stessi ho voluto salutare ed insieme ho scambiato quattro chiacchiere anche con i ragazzi; ho chiesto loro se conoscessero Konrad Lorenz. Di fronte a questa mia domanda i ragazzi mi hanno guardato attoniti, come se fossi un alieno venuto da Marte, e la ragazza che era con loro, quasi a dimostrare la predominanza sul gruppo, mi ha risposto con fare quasi sprezzante: “guardi che a noi non ci interessa il calcio! ” .

A questo punto ero diviso dal chiudere la discussione o cercare di far capire loro il senso della mia domanda ma nel frattempo sempre la ragazza accendendo una sigaretta mi chiedeva se avessi dei soldi spicci ed alla mia risposta negativa quasi a giustificarsi mi diceva che erano proprio destinati a quei cani che stavo salutando.

La discussione,quindi, sarebbe passata da un punto teorico ambientalista ad uno più squisitamente sociologico se non fosse intervenuto un ragazzo che avendo ascoltato la domanda consegnava 50 centesimi alla stessa chiedendo in cambio una sigaretta. Questo gruppo di ragazzi era tenuto insieme dalle sigarette e tra una tirata e l’altra si scambiavano impressioni su delle reciproche impressioni musicali e non; e questa volta ero io che li guardavo attonito, come se fossero degli alieni!

Educatamente quindi salutavo il gruppo e mentre stavo per andar via, sempre la ragazza mi chiedeva chi fosse quel Lorenz ; Le spiegai che era il padre della ecologia e della etologia e premio nobel nel 1978; aggiunsi poi e la invitai a leggere un suo  libro dal titolo : “e l’uomo incontrò il cane”. Questa ragazza interessata si staccò dal gruppo e continuò a chiedermi di Konrad Lorenz; le spiegai quindi  il senso della catena che tiene insieme tutti gli elementi in natura chiudendo con la famosa  frase : “non recidere un fiore disturberesti le stelle” .

Tra le sue domande quella che mi ha colpito è stata:”Come mai a scuola non si insegna niente di tutto ciò! Ottima domanda che giro ai lettori per una franca riflessione.

Sappiamo bene che la ecologia oggi , molto spesso è appannaggio  di mode radical chic; si fanno notare grandi personaggi che pur di rimanere nell’agone dell’interesse della gente acquista cani o coccola animali di ogni genere e si fa vedere in loro compagnia, salvo poi consegnarli alla dog sitter di turno. Tali comportamenti poi, inducono, per emulazione, all’acquisto in massa di questa o quella razza di animale, salvo poi ingrossare la schiera di abbandoni specie in prossimità dei periodi feriali.

Ma se i cosiddetti Vip o Big della politica si fanno beccare con le mani nella marmellata anche i privati cittadini non si fanno mancare nulla, adottando comportamenti che dispregiano l’ambiente; gite fuori porta con immondizia abbandonata nei luoghi di pic-nic, sporcizia degli arenili fino a Giugno inoltrato, discariche a cielo aperto .

ILVA TARANTO
ILVA- NOTTE

Vediamo ancora fumatori accaniti che buttano i loro mozziconi in ogni dove ma poi protestano contro l’inquinamento ambientale, sedicenti ambientalisti che si muovono a bordo di auto inquinanti anche per andare ad acquistare il giornale dalla edicola sotto  casa oppure lavorano in uffici (quasi sempre statali) con i termosifoni accesi anche in giornate in cui la temperatura esterna supera i 20 gradi.

Esempi di ecologia ed ambientalismo da salotto  ve ne sono non solo in Italia, ma anche nella nostra bella Regione; tra tutti spicca l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, da sempre paladino dell’ambiente (a parole..), che teneva strettissimi contatti poco istituzionali  con la Marcegaglia ed il suo Gruppo che controllava la ILVA di Taranto vero ecomostro  per la Città di Taranto e di Tutta la Puglia Jonica.

Altra triste realtà è data dalle ecomafie  che grazie ad imprenditori senza scrupoli, spesso di aziende del Nord Italia, sversano rifiuti anche speciali nelle campagne o nel mare.

Esiste quindi un Macro inquinamento addebitabile al nostro sistema di vita; rotte aeree sempre più numerose che scaricano sul terreno tonnellate di Kerosene, grandi poli industriali, magacentrali anche a Carbone,; tutto questo CO2 ( ossido di Carbonio) pesa nell’atmosfera modificando il clima e cambiando i territori. Desertificazioni, scioglimenti di ghiacciai, aumento della temperatura e del livello dei mari devono essere collegati con morie e spiaggiamenti di balene e pesci, con le diminuzioni delle Api e conseguente produzione di Miele, migrazioni delle rondini sempre più esigue. Questi sono i segni di malessere che la Terra ci sta mostrando e che noi non dobbiamo e possiamo non considerare.

Vediamo ancora fumatori accaniti che protestano contro l’inquinamento ambientale, ovvero si muovono a bordo di auto inquinanti anche per andare ad acquistare il giornale dalla edicola sotto  casa oppure lavorano in uffici ( quasi sempre statali) con i termosifoni accesi anche in giornate in cui la temperatura esterna supera i 20 gradi.

L’amore per la natura è un sentimento vero che ogni uomo di buona volontà ha in sè! Essere ecologisti significa essere sensibili verso un consumo responsabile, evitando lo spreco inutile e questo già nella gestione della nostra microeconomia.

inquinamentoFare la spesa privilegiando  i prodotti locali che oggi sono stati chiamati a km zero, ovvero riuscire a non utilizzare i riscaldamenti domestici oltre 20 gradi, o anche cercare di riutilizzare le cose al fine di non ingombrare di spazzatura le nostre città.

Lo spreco quindi è il padre dell’inquinamento e nemico della ecologia; quanto sprechiamo nelle nostre case? quanto cibo o frutta e verdura fresca si sprecano negli scaffali di una grande distribuzione sempre più legata alla finanza piuttosto che alla economia di settore?

A queste domande il cittadino comune deve fare riflessione (perchè la nostra Madre Terra non è infinita come anche le sue risorse che inquinate si riducono notevolmente nelle quantità e disponibilità)  e dare una risposta che non potrà non essere : “non recidere un fiore disturberesti le stelle”.

23 aprile 2018

One thought on “Quando l’ecologia è un abito alla moda…

  1. l’articolo esamina il tema ecologia partendo da un breve contatto con alcuni ragazzi, che non conoscevano Konrad Lorenz, ma che si preoccupavano di donare 50 cent per la protezione dei cani. Ci si poneva la questione della coscienza ecologica del singolo, e i grandi temi dell’inquinamento. Ritengo che in una società complessa il tema ecologia vada esaminato a seconda del sistema sociale di riferimento: cioè politica, economia, scienza, diritto, ecc. Mentre per la tutela dell’ambiente vivente di prossimità, cioè quello spazio che ci circonda, non occorre la conoscenza dei padri fondatori, basta la consapevolezza che buttare una carta per terra, lasciare gli escrementi del cane, costa alla comunità per la sua raccolta. In questo caso basta un diritto di polizia: sanzionare chi sporca, fosse anche l’industria che riversa i suoi liquidi nei fiumi o nelle cave abbandonate. Fin qui ci arrivano tutti. Coscienza deriva da “comune conoscenza”, diventa morale se quella scelta viene accolta da tutti. L’etica è diversa, attiene all’universo della comunità nella sua unitas multiplex. Ma solo il singolo sistema affronta l’ecologia nel suo codice interno. Es la politica, il cui codice è potere/non potere, cioè maggioranza/opposizione, vede i programmi ecologici in funzione del consenso elettorale: scegliere se chiudere l’Illva o meno, si scontra con il lavoro (i lavoratori votano), l’ambiente (non vota). La soluzione è il rimando e l’intervento sulle soglie di tollerabilità ambientale. Il diritto, codice ragione/torto, sovraccaricato del diritto ambientale, dovrebbe applicare le norme compromissorie del politico, e quelle internazionali (inserite nel diritto nazionale), la scienza (codice vero/falso) è insensibile ai temi ambientali, produce tecnologie ma anche parametri di tolleranza, che mutano nel tempo (oggi è vero, domani sono false), economia, codice proprietà/non proprietà, è sensibile solo ai prezzi, solo se i costi ecologici si trasformano in opportunità, si scaricano sulla vendita, o sono sostenuti da risorse pubbliche. Come si vede, ed il discorso continua, i sistemi sono indifferenti ai temi ecologici. Come uscirne, solo l’alta complessità dei sistemi differenziali, e la loro necessità di non essere travolti dall’ambiente, può garantire la sopravvivenza dell’ambiente. Come, sarà per un’altra volta. Abbracci nicola cristofaro

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