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Il BULLISMO DEI GENITORI- “Mazze e panelle fanno le figlie belle … panelle senza mazze fanno le figlie pazze”

Mauro Chirizzidi Mauro Chirizzi

Tra le forme di bullismo non si parla mai di quella forma di bullismo generata dai genitori sui figli.

Quanti figli minori subiscono varie forme di violenza nel chiuso degli appartamenti all’interno della propria famiglia?

Esistono genitori che non adeguati alle regole contemporanee di educazione ,basata sull’esempio il  dialogo e le comprensione impongono regole in modo brutale?

Ma che volti hanno questi genitori e soprattutto che occhi hanno i figli sottoposti a violenza?

Tra i genitori  spesso anche da donne stressate che nascondono, dietro l’ inseguimento di una bellezza che col tempo sfiorisce, disattenzioni per i propri figli oppure se in regime di separazione, che fanno uso dei figli per ricatti verso gli ex coniugi. Esse potrebbero essere anche capaci di gravi episodi di violenza fisica come per il delitto di Cogne o per il povero Loris Stival.

A tal proposito ci tengo a precisare  anche per non essere considerato un misogino ,che la mia condanna verso chi fa violenza è assoluta e non guarda sesso religione o etnia di appartenenza.

Il sistema quando e come interviene per difendere questi minori?

La scuola ed il sistema non sono in grado di dare alcuna risposta lasciando i minori nei problemi fino alla soglia della maggiore età, ma i danni inflitti sui minori rimangono indelebilmente per tutta la vita.

Personalmente tra i tanti episodi  sono a fare una distinzione anche di sistema rispetto a tale fenomeno:

1) espressione degenerativa da stress familiare per famiglie di separati ove i figli minori pagano il prezzo più alto per le frizione tra coniugi;

2) espressione di culture popolari arretrate ove la violenza risulta essere protagonista della fase educativa; la storia sintetizzata dal titolo del presente articolo esprime la necessità di utilizzare la coniugazione tra pagnotte e le mazzate per ottenere una sana crescita delle proprie figlie.

Non esiste però gradualità per stabilire la liceità di comportamenti violenti da parte dei genitori che talvolta si spingono anche alle gravi aggressioni fisiche; tutto è lasciato al caso ed al  riscontro occasionale anche perché  il minore è nei confronti del  proprio genitore in stato di grande soggezione emozionale e  psico-affettiva e difficilmente denuncia le violenze subite.

Ed ancora cosa dire delle violenze subende da tutte quelle minori che si affacciano alla vita e che ancora nel profondo Sud d’Italia si esprimono con un sonoro schiaffone inferto in danno della bambina che diventa adulta con la prima mestruazione. Abitudine questa che ricorda alla lontanissima le pratiche tribali ancora in uso della escissione o infibulazione praticate anche in Italia, anche se vietate, da popolazioni di origine centroafricana o islamiche orientali.

Per risolvere non v’è un solo rimedio ma una serie di prudenti accorgimenti finalizzati alla superiore difesa del MINORE; sarebbe utile stabilire dei contatti con le famiglie specie se separate al fine di riscontrare lo stato educativo dei minori e soprattutto eventuali stati depressivi dei genitori.

Come anche la Scuola, che durante le ore di frequenza può osservare i comportamenti dissociati dei minori ovvero anche segni di tumefazioni presenti sul volto o braccia; soprattutto però la scuola per tramite dei suoi insegnanti può svolgere un ruolo cardinale facendo capire al genitore la necessità di rispetto e tutela per l’equilibrata crescita del minore rispetto alle imposizioni psicologiche e violenza fisica inflitte.

La violenza è una malattia da cui si può guarire, ma soprattutto non può mai essere un sistema di educazione contemporaneo.

16 aprile 2018

 

 

 

 

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