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Il silenzio degli innocenti

Mauro Chirizzidi Mauro Chirizzi

Analizziamo il titolo del presente articolo: certamente ci viene in mente il film del 1991 diretto da J.Demme con  Jodie Foster e Antony Hopkins , ma  non e’ di questo che vi voglio parlare.

La chiave di lettura del titolo infatti va ricercata nel silenzio di chi non ha la possibilità di parlare.

Nella nostra società i silenti sono molti, troppi ! Vi sono infatti intere categorie di persone a cui non e’ dato parlare per le più  svariate ragioni: patologie, stati di reclusione, ma anche minori e terza o quarta età . Vi è poi il  sistema burocratico che a scacchiera  organizzato con  sistema di call center non permettono una pronta replica.

Ancora più odioso poi il silenzio a cui un cittadino deve sottomettersi rispetto a multe o contravvenzioni che pur essendo inique o magari frutto di errori da parte dell’agente accertatore si preferisce pagare nel silenzio ad evitare una replica dispendiosa con il rischio di trovarsi ingiunzioni di pagamento in ragione del fatto che la opposizione non sospende il procedimento coattivo .voglio parlare

Per non parlare delle cosiddette bollette pazze che sottopongono il cittadino a prove diaboliche per riuscire (e non sempre ci riescono) ad evitarne il  pagamento.

Orbene in ciò che dico voglio  far riflettere sulla condizione di silenzio: cittadini cioè che malgrado la ragione si trovino a dover stare in silenzio (appunto innocente!).

Quante volte vi è capitato di trovarvi in queste condizioni di silenzio innocente?

In una società come la nostra dove la comunicazione è un valore assoluto non riuscire a replicare risulta alquanto odioso.

Vi faccio un esempio di sistema votato al silenzio innocente: in diverse scuole si sono adottati i registri digitali, con i quali un genitore può visionare, controllare l’andamento scolastico del proprio figlio giorno per giorno, ma badate bene non ha alcuna possibilità di interloquire con corpo docente e non. Ed anche la prassi della consegna delle pagelle è stata mirabilmente superata dall’invio degli esiti di scrutinio mediante appunto registro digitale abolendo di fatto il tradizionale incontro e colloquio tra genitori e insegnanti, malgrado si sia creato un sistema di registro digitale non è stato apportato allo stesso la possibilità di comunicazione al genitore per tramite di e-mail con il corpo docente e non, che rimane schermato dal passaggio obbligatorio con il centralino dell’istituto nella  speranza di ricevere eventuale non possibile e meno che mai probabile risposta.

Dicevamo Burocrazia e mi riferisco anche a quel sistema interno alla stessa che permette ad impiegati in malafede di non compiere il proprio dovere senza ricevere alcun controllo, come nel caso di quel postino che per  otto anni non aveva mai consegnato la posta per un totale di sei quintali di corrispondenza ritrovata nel suo garage.

Per non parlare del sistema penale italiano che per tramite delle famigerate “fughe di notizie” che nascono dal fatto che gli inquirenti possono, su mandato del magistrato, svolgere indagini in piena segretezza nei confronti di chiunque senza dare avviso a meno che non vi siano degli atti di indagine ove è necessaria la presenza di un avvocato; tutto questo senza alcuna garanzia verso l’indagato che spesso si trova a causa di quelle indagini il proprio nome su articoli di giornale per gossip o altre notizie che altrimenti non si sarebbero potute conoscere.

9 febbraio 2018

 

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