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Crollano le ideologie ma la partitocrazia continua a fare sistema

di Mauro Chirizzi

Con il termine “Partitocrazia” si intende , spesso in modo dispregiativo , lo strapotere delle segreterie di partito nella gestione delle istituzioni e dei centri di potere su tutto il territorio nazionale. Esso si basa sulla realizzazione di una rete di interessi di un gruppo, rispetto alla gestione del potere ;  Ciòstante con promesse di favori a vario titolo che lo stesso potere politico ha nelle sue disponibilità .

Questo sistema trova terreno fertile nelle gravi condizioni socioeconomiche ; quanto più sono gravi  tanto più la partitocrazia allunga, con le sue promesse,  i propri tentacoli ! Tale fenomeno sociopolitico viene denominato clientelismo .

Tutti i centri di potere sono potenzialmente luoghi ove il clientelismo  si sviluppa : non esclusi i diritti cosiddetti VALORE  ;  ed infatti, il vertice del sistema sanitario nazionale ,come anche la direzione degli Istituti di Credito ovvero la nomina alla carica di Prefetti o Questori , come anche la guida delle grandi aziende nelle societa’ partecipate,  vengono determinati dalla partitocrazia .

Ciò vale  anche per tutti gli altri diritti-valore non escludendo neanche il potere giudiziario ! Esso formalmente dovrebbe essere lontano dalla politica , ma come abbiamo avuto di vedere con i vari magistrati ,passati dalla toga alla poltrona , tale consuetudine  è divenuta prassi .

Ma veniamo al punto.  In Italia, dopo il 1989 ,a seguito del crollo del muro di Berlino , le ideologie a cui i partiti si ispiravano cominciano a crollare . Il movimento mani pulite poi farà  in modo che grandi contenitori politici quali la democrazia cristiana ovvero il partito socialista  ed anche quello comunista  subirono un radicale cambiamento fino a sparire dalle istituzioni e dalla rappresentanza politica .

Il  Popolo italiano fece plauso a questa rivoluzione , aspettandosi che la stessa cambiasse anche il sistema  che la partitocrazia  aveva utilizzato  fino a quel momento , ma la realtà odierna ci dimostra che ciò  non si e’ mai verificato ed addirittura ha avuto nel “consociativismo”  la perpetuazione della partitocrazia quale sistema dominante .

La perdita dei riferimenti ideologici infatti ha promosso e consolidato i rapporti e gli accordi cosiddetti bipartisan tra partiti che in passato si trovavano in contrapposizione ma se questo e’ auspicabile per il bene della nazione non lo puo’ essere se riferito agli interessi di pochi ; ciò  ha evidenziato  i  fenomeni di malaffare come mafia capitale .

Il sistema di voto oggi e’ stato deciso dalle segreterie di Partito con la conseguenza che  i cosiddetti big politici sono stati candidati in listini bloccati nei cosiddetti collegi lontani dalle proprie circoscrizioni ma considerati sicuri .

Ulteriore dato che caratterizza la partitocrazia e’  la sua intromisssione nell’equilibrio della campagna elettorale stessa.

Si pensi poi alle varie cariche istituzionali che in dispregio della propria terzietà  data dal ruolo rivestito  concorrono come candidati  , consolidando quel brocardo coniato da Giulio Andreotti  che recita : ” il potere logora chi non lo ha !”.

Le conseguenze sociopolitiche  di tali costumi sono  lo scollamento dal Paese reale rispetto all’interesse per la politica  e la disaffezione dei cittadini rispetto alle consultazioni stesse ,  con il risultato di un aumento esponenziale del popolo degli astenuti o scheda bianca che va rappresentandosi sempre piu’ come il piu’ grande movimento politico odierno .

8 febbr.2018

 

 

 

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