Sei qui
Home > Cultura > Il Racconto: la storia di Eustocchia, la prima giornalista barese

Il Racconto: la storia di Eustocchia, la prima giornalista barese

popolana 600
di Romolo Ricapito
Eustocchia: si dice sia stata la prima vera giornalista barese.

Nata nella Città Vecchia nel 1647, frequentò le scuole elementari e si dilettava, nel tempo libero, a scrivere i resoconti che il padre pescatore le faceva dei viaggi in mare, per portare a casa tanto pesce, ma soprattutto i soldi per sopravvivere, ricavati dalla vendita porta a porta del prodotto ittico.
A 16 anni Eustocchia, ultima di 16 fratelli, iniziò ad essere malvista dai vicini di casa e dai concittadini, perché la sua attività di giornalista strideva con le aspettative del tempo.
Rifiutava i corteggiatori e passava tutto il giorno  a scrivere gli avvenimenti del borgo antico, o meglio il relazionarsi dei suoi abitanti a situazioni di emergenza, carestia, povertà e il loro confidare nel santo patrono, Nicola.
Eustocchia non pubblicava su nessun giornale, ma regalava i suoi articoli ai compaesani.
Pochi però erano in grado di leggerli: i suoi concittadini barivecchiani erano perlopiù analfabeti.
Eustocchia comunque era benvoluta in casa, perché portava in casa qualche soldino: infatti  era richiesta alle feste di matrimonio, di fidanzamento e di compleanno, in quanto con l’abilità di giornalista ante litteram regalava componimenti scritti da lei ai festeggiati, esaltandone le qualità morali.
Veniva ricompensata con generi alimentari, ma soprattutto con del  denaro che donava alla sua numerosa famiglia.
Una parte di esso però serviva a confezionare il corredo, pagando tessitrici che ricevevano gli anticipi su coperte e lenzuola e che lavoravano nella “lontana” Terlizzi.
Ma il sogno di Eustocchia non era quello di sposarsi e così piano piano a 32 anni, considerata una paria, una iettatrice, una megalomane, venne  allontanata da tutti.
Disperata, Eustocchia visse per un certo periodo in povertà, tra Bitonto e Palo del Colle, ospite di famiglie nobiliari e amiche che, avendo conosciuto la sua fama di incantatrice con versi scelti, la usavano come cuoca, badante ma soprattutto poetessa: doveva raccontare la storia delle famiglie titolate in appositi volumi con le copertine in cuoio rigido.
Insoddisfatta però della sua vita nomade, Eustocchia cadde in depressione.
Qualcuno la vide immergersi nel mare antistante il Fortino della Città vecchia in febbraio.
Era una giornata ventosa e nuvolosa.
 E sempre qualcuno, da lontano, riconosciutala, la chiamava:  Eustocchia! Eustocchia!
All’improvviso una nuvola rosa scese dal cielo e la rapì.
Eustocchia morì all’età di 37 anni.
Il suo fantasma vaga di notte nella città vecchia all’interno della sede deserta dell’ordine dei Giornalisti di Puglia.
Nessuno ha mai visto lo spettro.
Eustocchia è molto riservata e non vuole disturbare nessuno con la sua presenza.
*(La Storia è frutto della fantasia dell’autore)
24 gennaio 2018

Lascia un commento

Top