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Anno 2018: Il grande sogno il mio è “STATI UNITI D’EUROPA”

AUGURI AI LETTORI DI GAZZETTA DAL TACCO. QUEST’ ANNO NON DI TRAGEDIE TERREMOTI E ODI’ MA CHE VOLGA UNO SGUARDO VERSO UN’EUROPA AMMALATA, PERCHE’ NON COMPIE IL GRANDE PASSO: L’EUROPA POLITICA. PRIMA DI TUTTO BISOGNA ARGINARE L’EUROSCETTICISMO.

Cari amici lettori,

Clelia Conte- direttrice di Gazzetta dal Tacco

I nostri nonni e genitori hanno portato l’Italia a questa situazione critica e con un futuro incerto. Hanno pensato al loro momentaneo benessere senza contare che dalle stelle in un battito di mani si può arrivare alle stalle. Si sta tornando all’epoca dei nobili latifondisti e il popolo di contadini: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il ceto medio che campava serenamente senza sfarzi ma che non si faceva mancare nulla, sta scomparendo anzi vive “stringendo la cinghia”.

La delusione dell’andazzo politico corrotto e che manda avanti il nostro Paese, l’ho provata lavorando dietro le quinte del Parlamento italiano: non c’è una pratica che vada avanti da sola per meritevolezza! Le pratiche degli Onorevoli sono tutte Raccomandazioni. Nel periodo Berlusconiano c’erano in Parlamento personaggi di dubbia onestà e subrettine da strapazzo che circolavano nei Palazzi attirando le ridacchierie dei commessi della Camera che avevano sotto controllo tutte le entrate e le uscite.

 Se facciamo scappare all’estero le nostre eccellenze, è perché c’è qualcosa che non va nel sistema italiano: se si è arrivati a questo stato di disastro è perché ai vertici ci sono molti “ciucci” raccomandati che non sono all’altezza di dirigere. I nostri nonni andavano avanti con sacrifici e borse di studio e così facevano carriera. All’epoca c’era posto anche per i non raccomandati. Da quando è entrata la politica nelle aziende, si è creato un caos totale: ricordate la vecchia società telefonica? La SIP era ad  esempio nei decenni 80-90, la prima società avanzata al mondo assieme alla Francia. Le aziende gridavano ancora “uno per tutti, tutti per uno”. Non vado oltre per non mettere a rischio la mia famiglia!

Odio l’ipocrisia: Bari l’ho trovata ammalata e falsa dopo tanti anni che sono rientrata, una città che si è spenta senza la sua nota grinta e capacità di riprendersi. In alcune zone molto centrali della città non puoi circolare senza essere importunata da gente proveniente da molto lontano (non dico immigrati altrimenti rischio di essere classificata come razzista e non lo sono).

Esiste ovunque guerra dei poveri, l’invidia del collega che guadagna un euro in più, sparita l’eleganza e, la voglia di cultura è di nicchia! I politici si sforzano di dare una visione risorgimentale della loro città. Agli appuntamenti politici c’è sempre la stessa gente, alle presentazioni dei libri, c’è sempre la stessa gente…

Ora però giungo al “dunque” poiché rischio di ridurre il mio discorso ad un problema circoscritto alla città nella quale vivo da qualche anno: Bari, che naturalmente ho preso come campione. Quello che ho detto fino adesso è una cornice per introdurre un discorso più ampio: quello europeo che ci porterebbe ad allargare i nostri orizzonti abbattendo le frontiere nazionali.

l’Europa è oggi l’unica possibilità per poter agire ed essere autonomi, per difendere la vera democrazia, avere una società solidale, e dare a tutti i cittadini una vita dignitosa. La soluzione necessaria per garantire la pace, il progresso, la solidarietà e la prosperità sia del nostro Paese che nel nostro continente è la costruzione dell’unità europea. Purtroppo questa è un’impresa coraggiosa, complessa ed a lungo termine.

Mai come in questo periodo i paesi europei hanno bisogno di rafforzare l’Europa dandole gli strumenti politici e le risorse per costruire solide politiche economiche, industriali, ambientali, energetiche e nel campo della politica estera e della sicurezza.

Ciò che auguro a tutti è di trovarsi in una società più forte che dia stabilità alle nuove generazioni e, perché no? … Anche alle vecchie!

Auguro inoltre che si combatta quest’ inutile Euroscetticismo che va semplicemente a rallentare un processo naturale verso gli Stati Uniti d’Europa. Non si può più fare passi indietro ma guardare verso il futuro come aveva pensato Altiero Spinelli per garantire la pace e la sicurezza.

Proprio a Bari, si svolse il primo Congresso dei federalisti europei con uno slogan: “UNIRE L’EUROPA PER UNIRE IL MONDO” . Prendiamo esempio dalla musica che ha un linguaggio universale: ci sono orchestre composte da musicisti di tutto il mondo e brani ed opere che appartengono all’intero globo.

Felice 2018!

                                            Clelia Conte  

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