Nuovi Poveri, “ma dove vai, pericolo pubblico in bicicletta”.. la crisi si fa sentire anche sulle due ruote Attualità 23 Maggio 201723 Maggio 2017 di Romolo Ricapito Da tempo ci dicono e ripetono che per spostarci in giro per la città dovremmo abolire le auto e metterci in sella alle biciclette per non ingolfare il traffico. Alcuni hanno, o avrebbero, preso sul serio questo monito “ecologico” ed economico nella città di Bari. Così “Quando vien la sera”… (E’ questo il titolo di una vecchia canzone riproposta da Wilma De Angelis qualche sera in tv su Rai Uno. Ma la musica non c’entra). Una fascia di persone, sicuramente a basso reddito, ha preso alla lettera l’invito alle due ruote: noto sempre più ciclisti maturi o della terza età pedalare quando calano le tenebre. Diversi gli esempi: chi procede alla destra, in controsenso, in sella a una bici “sgarrupata” priva di luci. Un pericolo per sé stessi, ma anche per gli altri. Biciclette, anche per bambini, tirate fuori da qualche cantina e condotte da uomini mal messi. O, ancora, due ruote vecchie, arrugginite, comunque usate per spostarsi da una zona all’altra della città. Ma anche di mattina, ho notato qualche “nuovo povero” del mio quartiere alla guida, si fa per dire, di una vecchia “Graziella”, di foggia femminile. Probabilmente appartenuta alla moglie, dalla quale ha da tempo divorziato… Bene, l’anziano che conosco di vista, faceva fatica in sella al “veicolo”, sbandando e risbandando. La tratta: dalla farmacia a casa. Un tragitto di non più di duecento metri. Ma un tragitto comunque ostacolato da tante avversità: tono muscolare ed equilibrio ormai andato, instabilità del trabiccolo e quant’altro. Per andare in bicicletta in città occorrerebbero delle buone regole, la prima delle quali essere in possesso di un mezzo efficiente e possibilmente sicuro, ovviamente dotato di luci per la sera. Passione, attenzione, buoni riflessi aiutano. Le piste ciclabili paiono esserci già e saranno ampliate. Ma in barba agli “inviti” chi adesso usa di più andare in bicicletta è un esercito di nuovi poveri, che risparmia anche sull’autobus urbano.