Alessandro Gassmann si racconta al Bifest di Bari dedicato a papà Vittorio, dal quale ha ereditato un umorismo raffinato e coinvolgente Cinema Cultura Eventi e Tradizioni 23 Aprile 201724 Aprile 2017 di Romolo Ricapito foto di Caterina Santoro Alessandro Gasmann intervistato da Enrico Magrelli Bif&st In occasione del Bifest (Bari International Film Festival) domenica 23 aprile al Teatro Petruzzelli si è tenuta una Master Class con Alessandro Gassmann, condotta da Enrico Magrelli. Il Bifest è dedicato quest’anno a Vittorio Gassman, ma anche a Dino Risi. Quale migliore occasione per un excursus sul tema padre-figlio d’arte, introducendo poi la carriera di Alessandro che sta attraversando il suo momento di maggiore successo? Va ricordato che Alessandro ha ripristinato il nome originario con due “n” finali della famiglia, mentre Vittorio aveva preferito ridurlo di una consonante, forse per semplificarlo, o italianizzarlo. Trattasi infatti di un cognome tedesco. L’intervista si è svolta sull ‘onda lunga di un’ampia aneddotica su Vittorio, con racconti inediti e divertenti. Infatti Vittorio Gassman a dispetto dell’immagine di facciata seria e dei tanti ruoli in teatro piuttosto virati sul dramma, dietro le quinte era un uomo spassoso, dal forte istinto umoristico. Ecco allora la rievocazione di quando Gassman senior si esibì nel Moby Dick nel ruolo del capitano Achab, al porto di Genova nel 1992, ma anche di quando diresse il piccolo Alessandro in un documentario biografico-familiare, esibendolo nudo. Ma subito poi si è passati agli aneddoti personali di Gassmann junior che ne ha già moltissimi, raccontati anche nella biografia Sbagliando l’ordine delle cose. In fondo la sua carriera ha già cavalcato cinema, tv e teatro con regie personali e accurate, che non sempre comprendevano la sua contemporanea esibizione come attore. Alessandro ha ricordato un ruolo comico col collega Pino Quartullo, che lo diresse in Quando eravamo repressi prima in teatro e poi al cinema, nel 1992. “Con quella interpretazione ho sdrammatizzato la mia fisicità”. Fisicità che fu “sfruttata ” ampiamente per un calendario di “nudo”, risultato vendutissimo. Alessandro: “avevo un figlio piccolo da mantenere”. E a tale proposito è stata rievocata la sessione di fotografie in Messico, nello Yucatan. “Tanti gli italiani, pareva Riccione in agosto. Mi trovavo tra le rocce ma a poca distanza dei turisti romani che con la loro caratteristica gestualità mi deridevano simpaticamente”. Alessandro ha un eloquio facile e scatena empatia aggiungendo al carnet di successi la sua affermazione nel cinema di Ferzan Ozpetek con Il Bagno Turco. Il ruolo principale fu rifiutato da molti attori famosi perché trattavasi del carattere di un omosessuale (una ventina di anni fa esistevano ancora molti tabù riguardanti i gay) . Nessuno credeva in quell’opera, prodotta da Marco Risi. Poi nel 1997 l’avvio folgorante dalla carriera di Ozpetek e la consacrazione di quella di Alessandro. Ancora, Gassman ha dichiarato i suoi 52 anni, portati tra l’altro benissimo: seduto dinoccolato col suo 1.92 di altezza in giubbotto nero di pelle, pantaloni chiari e scarpe sportive, l’attore dimostra molti anni meno ed è una presenza carismatica, al pari di quella di Vittorio. Alessandro ha ricordato giustamente di essere per metà francese. La madre, Juliette Meyniel, attrice nata nel 1936 fu popolare negli anni Sessanta e Settanta anche in tv, con l’Odissea. Alessandro Gassmann ha ringraziato il pubblico della televisione per il grande successo di I Bastardi di Pizzofalcone, che avrà un seguito. Per il cinema: presto un quarto film con Marco Giallini, col quale ha stabilito un sodalizio artistico invidiabile, che però si basa su una vera amicizia. Buono il rapporto con l’unico figlio diciottenne Leo, che affronterà quest’anno la maturità. Per educare bene i ragazzi secondo Alessandro, che ha mutuato l’educazione di Vittorio, “bisogna stargli sulle palle”. No quindi al ruolo di padre- amico dei figli. “Leo non vuole intraprendere il mio mestiere ed è un grande sportivo” ha aggiunto l’attore, con un poco velato orgoglio. Presentato infine il trailer del film documentario Torn-Strappati diretto dallo stesso Alessandro , proiettato anche al festival di Venezia sul dramma della Siria e della sua popolazione in fuga dopo una guerra durata un lustro. Situazione che l’artista ha definito come il nuovo Olocausto. Alessandro Gasmann allingresso laterale del teatro Petruzzelli, atteso da alcuni reporter e fans Pubblicato il 23 Apr 2017 alle 17 : 06