Successo al Teatro Forma di Bari dello spettacolo di Eugenio Finardi, che ha celebrato 40 anni di Musica Ribelle Cinema 18 Dicembre 201618 Dicembre 2016 di Romolo Ricapito Al Teatro Forma di Bari il 17 dicembre è andato in scena (alle 21 e alle 22.45) lo spettacolo del cantautore Eugenio Finardi dal titolo “40 anni di Musica Ribelle“, compendio , excursus e festeggiamento della sua carriera, il cui successo ebbe inizio con l’album “Sugo“, inclusivo di quella Musica Ribelle che non è “contro” le cose, ma guarda ad esse, come il cantautore ha avuto la possibilità di chiarire. Nel corridoio del teatro erano in vendita tre t shirt con differenti fantasie (personalizzate) , che rimandavano al mitico disco “Sugo”, inclusivo proprio di Musica Ribelle. Il pubblico, attento e composto, era formato da maturi fan, con la curiosa partecipazione di diversi bambini che sono stati portati dai genitori a conoscere questo ispirato artista. Un interprete, oltre che autore, poco commerciale e non in linea col mercato e l’attuale radiofonia anche se, come ha spiegato nella seconda parte, le sue canzoni sarebbero state ascoltate da pochi se le prime radio libere non le avessero diffuse a largo raggio. Eugenio Finardi fu tra i fondatori di Radio Milano Centrale, poi divenuta Radio Popolare e la sua canzone “La Radio“, tratta sempre da “Sugo” , celebra questo straordinario mezzo di comunicazione. “Amo la radio perché arriva alla gente, entra nelle case e ci parla direttamente”. Due le sue partecipazioni al Festival di Sanremo. La forza di Finardi sta anche nel non avere nuove canzoni da pubblicizzare (l’ultimo album, Fibrillante, è del 2014) ma proprio per questo il suo show acquista una marcia in più, in quanto valorizza un percorso e non delle hit particolari .. C’è da dire poi che le prime tre canzoni presentate sono davvero delle composizioni multigenerazionali come Le Ragazze di Osaka. Il refrain “non voglio esser solo” è un magico mantra . “La collina delle giovani erbe” citata nella canzone è un’immagine suggestiva del Giappone. Finardi è un cantautore atipico che è difficile definire, in quanto rifugge dagli stereotipi della canzone d’autore italiana ed è rock, pur non rinunciando alla melodia. Questo perché è metà americano ed ha la doppia cittadinanza. Sua madre Elodie Degenring (1919-2013), cantante lirica e insegnante , che l’artista ha ricordato, deve avere rivestito sicuramente una grande importanza nella sua formazione. Il cantautore nel dialogo col pubblico (che ha inframmezzato le esecuzioni) ha elogiato la Puglia, dimostrando di conoscerla perfettamente, citando tutti i paesi più caratteristici e turistici attorno a Bari (Polignano, Alberobello, Castellana, etc) . Frequentata per 43 anni di carriera, secondo E. Finardi la nostra regione nel tempo si è evoluta, diventando ancora più attrattiva per il turista. Dopo “Dolce Italia; brano patriottico senza retorica e che tutti all’ascolto ricordano, ecco Uno di Noi, cover di One of Us della cantautrice statunitense Joan Osborne. La canzone è da intendersi come una sorta di “preghiera” a Dio, che è visto come un uomo, più che un essere trascendentale. Eugenio-Finardi-40-anni-di-musica-ribelle In questo contesto, la divinità è ancora più sentita, in una sorta di empatia che rende la religiosità spontanea e naturale, un accompagnamento “fisiologico” alla realtà di tutti i giorni. “Diesel” si contraddistingue nel finale per un assolo jazz, eseguito dalla band di Finardi che annovera Marco Lamagna al basso, Giovanni Maggiore alla chitarra, Claudio Arfinengo alla batteria e Paolo Gambino alle tastiere. Con la canzone “Non è Nel Cuore” ecco il cantante dare spazio a forme ancora più autobiografiche. Il primo rapporto sessuale viene descritto “concettualmente” come un attimo di difficoltà, in quanto lo scopo del sesso è secondario. Conta di più il conoscersi dentro e “non esiste l’affetto senza il rispetto”. Finardi ha chiarito di non essere un autore di vere e proprie canzoni d’amore, in quanto queste ultime sono in realtà maggiormente composte per i figli e ad essi dedicate. . Le sue dunque sono riflessioni su un amore composito e universale. A questo proposito,egli ha parlato anche dell’avvento di un attuale nuovo “Medioevo” (che ha inibito le speranze) composto da guerre di religione che opprimono i popoli. Citato il dramma di Aleppo che in questi giorni ha ampio spazio sui telegiornali e i quotidiani. La Canzone “Un Uomo” del 1996 ha un approccio musicale quasi medioevale (per rimanere in tema) mentre le rime uomo-tuono-suono introducono il rapporto con la donna, le cui attenzioni dell’altro fanno sentire “intelligente”. Insomma una valorizzazione interiore e interiorizzata della figura femminile, mentre l’uomo deve sapere “rassicurare”. Introducendo la canzone Nuovo Umanesimo dall’album Fibrillante, Finardi ha inteso dedicarla a una bambina di 7 anni, Marilisa. Scritta con Max Casacci dei Subsonica la hit ha già dato il nome a un precedente tour del musicista. La seconda parte è dedicata ai “festeggiamenti” per il quarantennale di “Sugo” che fu realizzato assieme a giovanissimi musicisti che Finardi ha citato. Il più noto è Alberto Camerini. Sono stati ritrovati proprio dallo stesso cantautore i nastri originali del celebrato 33 giri con le “piste” che i suoi quattro musicisti hanno “imparato puntigliosamente” per rendere un’esecuzione quanto di più fedele al mitico disco. Il concerto ha ottenuto un grande successo. Apprezzata anche la canzone Patrizia, risalente al 1981. Anche qui la donna viene esaltata al di là della fisicità, ma valorizzandone ancora una volta l’interiorità: “Ti amo perché sei una donna, ma anche un vero uomo, un’amica, un socio, a volte un maggiordomo”.