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IL MAGISTRATO RINELLA: AI MIEI TEMPI, NESSUN PROCESSO IN PRESCRIZIONE

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Riccardo-Greco
Riccardo Greco

libro rinellaBARI – Il  pubblico ministero più temuto fino al 2000  al Tribunale di Bari? Leonardo (detto Duccio) Rinella. Un mito per i giornalisti  ed il terrore di tutti gli avvocati penalisti.

Da quando è andato in pensione, ha scritto alcuni libri, l’ultimo dei quali si intitola “Il processo penale al tempo del pretore”,  edito da Progedit, presentato nell’Aula Magna dell’Università di Bari.

Viene letto un messaggio del Rettore dell’Università, Felice Uricchio che per impegni istituzionali a Taranto, non ha potuto presenziare l’evento.

Sabrina Spallni, docente di Economia Aziendale all’Università di Bari introduce l’incontro: “ Si parla di funzione sociale della giustizia, di quella che sta assumendo al giorno d’oggi. Purtroppo ora i processi si svolgono sui giornali e in alcune trasmissioni televisive piuttosto che nelle aule dei tribunali. Rinellla ci pone in luce la revisione del codice di procedura penale dal 1989. E la revisione è stata attuata in nome del garantismo. Qui si evidenzia l’importanza della persona, sia come soggetto attivo (giudice) che passivo (giudicato). E soprattutto la dignità del giudicato. Dal mio settore, posso prendere in prestito il concetto di ‘efficienza’. Potremmo applicare alla persona tale concetto: minimo mezzo, massimo risultato”.

Modera Enzo Varricchio, docente e avvocato: “E’ più di un saggio giuridico, il libro del magistrato Rinella. La cultura di giurisdizione è come un perno svitato del sistema. In questo incontro ci saranno contributi importanti come quello di Riccardo Greco, Presidente del Tribunale dei Minorenni di Bari, dotato di una straordinaria caratura culturale,  il quale sta attuando una grande rivoluzione. E Gino Dato, l’anima della casa editrice Progedit, che sta promuovendo intelligenze emergenti. E in rappresentanza di Giovanni Stefanì, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari – assente per motivi istituzionali –  c’è Guglielmo Starace”.

Guglielmo Starace,  consigliere dell’Ordine forense di Bari: “Sono onorato e emozionato perché sono seduto accanto al giudice Rinella,  per il quale nutro una stima quasi reverenziale. Non ho mai vissuto il vecchio processo, perché ho iniziato a seguirli nel 1990. Con la sua penna arguta e agile, riesce a parlare della terza età del giudice;  dell’obbligatorietà dell’azione penale. Un ‘totem’ è la segretezza delle indagini:  all’epoca l’indagato non sapeva neanche di essere sotto indagine,  ora può bastare anche una proroga delle investigazioni che l’indagato viene catapultato sui media, irrimediabilmente.  Rinella ci parla anche dei tempi ragionevoli del processo e dei problemi di un Pubblico Ministero sia durante le indagini che durante le udienze. Ci pone le differenze tra garanzie reali e garantismo. Ci disegna il rito abbreviato che rimarca il senso dello Stato del giudice Rinella. E ci stupisce con un finale a sorpresa. E’ una tirata d’orecchie un po’ a tutti e non risparmia neanche la magistratura. Ne ha per tutti. Ma nel suo ‘pamphlet’ c’è anche un lato positivo e propone delle soluzioni. Da leggere assolutamente. Ed io ringrazio personalmente il dottor Rinella per questo libro”.

Leonardo Rinella
Leonardo Rinella

Leonardo Rinella, magistrato in pensione e scrittore: “Ringrazio l’Ordine degli Avvocati per l’iniziativa ma il mio libro non merita. Non l’ho scritto studiando, ma l’ho scritto pensando e incazzandomi! C’è nostalgia perché il processo ora non ha più tanti fattori di un tempo. Siamo andati a scimmiottare un sistema laddove avevamo un pretore ed un giudice istruttore validissimi. In Francia per esempio, il giudice istruttore c’è.  Il processo doveva durare un solo giorno e si svolgeva tutto davanti ad un solo giudice. Ora con la durata dei processi, si alternano tanti giudici  e l’immediatezza è andata a farsi benedire. La durata infatti è inammissibile, e  causa inevitabilmente la prescrizione.  Se la condanna di un reato poi, viene scontata dopo molti anni dal reato stesso,  cosa vuoi più sanzionare  dopo 20, 30,  40 anni ? Che rieducazione si può dare ad un uomo per esempio, che nel frattempo, in attesa della pena da scontare, si è sposato, è diventato padre,  è cambiato interiormente? Quindi, invoco la giusta durata del processo,  e ben sappiamo che il 75% dei reati si prescrive. Se poi andassimo ad analizzare l’ottica soggettiva con cui un magistrato decide di dare priorità ad una causa piuttosto che ad un’altra, si va a finire sempre nelle lungaggini in cui un processo non dovrebbe cadere.  Come si fa a non avere nostalgia? Noi magistrati di un tempo, non abbiamo mai fatto cadere in prescrizione nessun processo.  Perché? Perché altrimenti potevamo avere pesanti sanzioni disciplinari.  Ai miei tempi, i processi funzionavano , io sono collocato politicamente all’estrema destra, ma credetemi, non sono fascista! “

Riccardo Greco, Presidente del Tribunale  dei Minorenni di Bari: “Devo fare un ragionamento  al contrario. Che cosa sarebbe ora  il processo penale se fosse rimasto invariato?  Nel passato, era costituito dalla documentazione della Polizia Giudiziaria e dei Carabinieri. Era incardinato così: se c’erano le dichiarazioni dei pubblici ufficiali, il giudice avviava il processo solo in tale direzione. Ora c’è maggiore tutela per gli imputati. Si auspica che sia più vicino alla verità reale,  piuttosto che alla verità apparente (quella che appare appunto dalla documentazione allegata). Ora il processo è una valutazione delle prove e con il protrarsi di esso, c’è più spazio per la difesa. I processi dove c’è del contraddittorio, necessariamente si allungano. Ci sono anche altri aspetti:  le persone. Innanzitutto i giudici, per cui la tentazione di apparire,  esiste ed è anche forte. Al di là di questo, l’esercizio del potere si basa sulla relazione dei vasi comunicanti. Laddove un potere retrocede, un altro potere avanza occupando il posto vacante.  In ogni processo oggi, bisogna che ci sia nella pena da scontare un momento di ristoro per la società, rassicurandola su una giustizia giusta. Ora si sta facendo strada una giustizia riparativa che serve a coprire le offese morali e personali. E’ la mediazione penale che avvicina la parte offesa all’autore del reato,  e la chiave di svolta (per esempio nell’omicidio di Fazio a Bari vecchia) è il perdono.  Il processo penale di una volta non reggerebbe più. Ma la parte più difficile non è nei tribunali ma si svolge negli istituti penitenziari, dove ha luogo l’esecuzione della pena. L’obiettivo è: restituire alla società, una persona ‘ripulita’ nel suo intimo”.

Anna Losurdo, componente del Consiglio nazionale forense: “ Il libro del magistrato Rinella è un condensato che fa scaturire molte riflessioni e contiene il coraggio di svelare molte ipocrisie che ci caratterizzano. Gli strumenti ci sono per sanzionare le distorsioni mediatiche. E’ un fenomeno fuori controllo, quello che avviene sui media, ma le regole ci sono,  basta applicarle. Infine, occorre un recupero del ruolo sociale dell’avvocato”.

Gino Dato, editore della casa editrice “Progedit”: “Il giudice Rinella ha pubblicato un legal thriller ‘Un nodo da sciogliere’  che merita, come tutti gli altri suoi libri. Il pamphlet presentato stasera, fa parte della collana inititolata ‘Inchiostri’.  Al giorno d’oggi, si comunica solo con immagini,  ma l’inchiostro lascia un segno indelebile.  A settembre, ci sarà la presentazione sempre grazie al ‘Corriere Nazionale’,  del nuovo libro di Rinella dal titolo ‘Il piccolo cittadino’”.

 

 

 

One thought on “IL MAGISTRATO RINELLA: AI MIEI TEMPI, NESSUN PROCESSO IN PRESCRIZIONE

  1. Buonasera siamo dell’ A.N.P.P.I.A di Livorno vorremo contattare il magistrto Dott. Leonardo Rinella in merito a delle iniziative da fare con le scuole. La nostre email è anppia_livorno@yahoo.it
    Il presidente è l’Ing. Spartaco Geppetti.
    In attesa di un vostro cortese riscontro sia positivo che negativo, vogliate gradire distinti saluti

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