Penelope Cruz straordinaria in Ma Ma: “che bello essere curata da un ginecologo che canta le canzoni di Miguel Bosè”- di Romolo Ricapito Cinema Cultura 20 Giugno 2016 di Romolo Ricapito Bellissima e struggente l’interpretazione di Penelepe Cruz nel ruolo di Magda in “Ma Ma-Tutto andrà bene” film che l’attrice ha finanziato e co-prodotto assieme al regista Julio Medém, autore della sceneggiatura. Il titolo originale è soltanto “Ma Ma”, mentre la distribuzione italiana vi ha aggiunto un sottotitolo rassicurante. Trattasi infatti di un dramma a forti tinte che talvolta diventa melodramma, o racconto epico, a base di lacrime e colpi bassi, ma non c’è alcun compiacimento . Infatti la drammaticità del tutto è stemperata da una sceneggiatura agilissima, con dialoghi intensi e suggestioni determinate da scene simboliche che via via diventano più frequenti, costituendo una sorta di lettura onirica o freudiana del tutto. Magda, insegnante che sta per diventare disoccupata, scopre di avere un tumore al seno. Il carcinoma mammario le è diagnosticato da un giovane medico, ginecologo e oncologo, che ha le fattezze dell’iberico Asier Etxeandia. Etxeandia ha un viso dolce e buono e costituisce lo stereotipo del medico dal quale tutti vorrebbero essere curati: compassionevole, empatico, bello. Egli poi ha una particolarità: canta benissimo e per distogliere i pazienti dall’ansia si esibisce a cappella in brani musicali, come Morena Mia, successo di Miguel Bosè. Via via l’uomo diventa un amico per la protagonista, ma resta il dubbio se non ne sia anche un po’ innamorato. In crisi matrimoniale, Juliàn (Etxeandia) forse rinuncerà all’adozione della piccola Nastasha, una bambina siberiana di 5 anni. L’immagine della biondissima bimba russa diventerà una sorta di proiezione del desiderio di nuova maternità e protezione affettiva per Magda, tanto che l’immagine della ragazzina lontana si inserisce spesso nelle scene anche fisicamente. Comunque Magda ha già un figlio, Dani (Teo Planell) un ragazzo sui 10 anni che gioca bene a calcio, avuto dal compagno,Raùl, interpretato da Alex Brandemuhl (attore spagnolo, ma di padre tedesco, ha impersonato il medico nazista Mengele al cinema) che però la tradisce con una giovane e sconosciuta bionda, partendo per lunghe vacanze all’estero. Il destino di Magda si lega in modo imprevedibile a quello dell’osservatore calcistico del Real Madrid, Arturo, interpretato dal maturo Luis Tosar. Egli perde moglie e figlia in un incidente stradale. E’ proprio Magda ad assistere alla telefonata che annuncia il dramma, mentre l’uomo “sorveglia” la partita del giovanissimo Dani allo scopo di segnalare precoci talenti alla sua società calcistica Magda così dovrà gestire le due complesse e drammatiche situazioni: quella propria, già di per sé sconvolgente (deve subire una mastectomia) e quella dell’altro, che ha una figlia da seppellire e una moglie in coma, ma destinata anche lei a scomparire per sempre, mentre tra i due “naufraghi” del dolore nascerà una storia. La vicenda procede spedita, fino al finale, non tanto imprevedibile. Restano da segnalare alcuni aspetti: oltre al coraggio della protagonista, il rapporto di unione e comunione che si stabilisce tra i tre uomini della sua vita (ex compagno, compagno, dottore) che diventano quattro se ad essi si unisce anche il figlio. Una trama che sarebbe piaciuta a Fellini, che nel suo 8 e mezzo univa le donne del passato del protagonista (Marcello Mastroianni) in una sorta di teatrino simbolico. Qui i simbolismi sfociano in cuori ritratti in primo piano, con arterie e sangue, che pompano mentre la protagonista ha il primo soddisfacente rapporto sessuale col nuovo compagno, Arturo. In precedenza Magda aveva segnalato al medico di fiducia, Julian, che “ad Arturo non si alza”. Una sorta di dialoghi surreali risultano a volte, per una platea distratta, o disturbata dai drammi concatenanti, di effetto umoristico. La storia si svolge nella Spagna di oggi, quella della crisi economica. C’è anche una scena dove la protagonista esulta per la vittoria della nazionale spagnola contro l’Italia, in un giubilo che coinvolge i vicini di casa posizionati sui balconi. Mentre Julian si esibisce aitante anche in costume da bagno, al mare, durante una visita a Magda e Arturo in vacanza, oltre che in un locale dove dedica una struggente canzone di speranza alla sua paziente. I sottotitoli con traduzione in italiano sarebbero stati cosa gradita. Una curiosità: Asier Etxeandia, nella vita è anche cantante come l’altro protagonista Luis Tosar. Nella colonna sonora compare un brano del 1972, Amor, Amar che ha un testo scritto da Lucia Bosè. Soprattutto, il film è dominato dal coraggio interpretativo della bella Penelope Cruz. Unico difetto: la pellicola dura troppo e i drammi nella loro alternanza rischiano di provocare assuefazione.