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L’ospedale di Acquaviva F.Miulli eccelle per Dermatologia e Chirurgia

ospedale Miulli

 

Riportato da Magda Lacasella

L’Ospedale Generale Regionale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti (BA) è stato inserito fra le strutture virtuose del panorama nazionale dal sito Dove e come mi curo, che ha realizzato una ricerca fra i 1372 ospedali accreditati in Italia in relazione a 178 prestazioni e ben 65 indicatori di qualità. In particolare, il Miulli è stato compreso fra le cinque migliori strutture nella cura del tumore della pelle con la sua Unità Operativa Complessa di Dermatologia e risulta anche fra i più importanti centri italiani per interventi chirurgici e impianti di protesi alle spalle.

L’attività chirurgica del reparto di dermatologia dell’Ospedale Miulli nasce nel 1973 e si occupa della cura di neoformazioni sia benigne che maligne, come carcinomi della pelle, nevi e melanomi. Per le situazioni più complesse si avvale della consulenza della chirurgia plastica dell’ospedale, per un’attività generale che si svolge in day hospital ad eccezione delle patologie tumorali con complicazioni per cui è previsto il ricovero. La UOC è coordinata dal consulente responsabile dott. Vito Griseta, al quale si affianca il responsabile del reparto sia medico che chirurgico dott. Francesco Angerosa. L’Unità è inoltre coadiuvata dalla dott.ssa Maria Ventura, dal dott. Domenico Cancellara, dal dott. Antonio Miracapillo e dalla dott.ssa Elisabetta Levato, tutti iscritti alla Società Italiana di Dermatologia Chirurgica ed Oncologica per un aggiornamento continuo e di alto profilo.

L’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti è inoltre fra i più importanti centri italiani per interventi chirurgici e impianti di protesi alle spalle. È quanto è emerso nel corso del meeting internazionale Le nuove frontiere della chirurgia della spalla, che ha visto intervenire l’equipe americana guidata dal dott. Sumant Krishnan in una maratona chirurgica al Miulli. Il luminare, attivo nel centro di chirurgia della spalla presso il Baylor Medical Univeristy Institute di Dallas, è considerato una delle più autorevoli voci scientifiche del settore ed ha operato assieme al suo partner italiano, il dott Raffaele Garofalo. «Abbiamo modificato – spiega Garofalo – la biomeccanica delle protesi più impiantate, come quelle inverse, allungando la loro durata dagli attuali 10 anni a 15/20 anni. La parte più innovativa è che si stanno utilizzando steli omerali sempre più corti per conservare l’osso. Inoltre questi steli rispettano l’anatomia specifica di ogni paziente. In questo modo si rispetta e si migliora la biomeccanica della spalla protesizzata. L’idea di fondo è quella di poter modificare le vie di accesso alla spalla in maniera tale da dover essere quanto più anatomici possibili conservando le parti molli, come i tendini, per poter avere una funzione migliore della spalla dopo l’intervento».

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