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Bifest 2016- Masterclass su Mastroianni di Liliana Cavani al Teatro Petruzzelli : “Marcello sottovalutava la sua preparazione”

Enrico Magrelli intervista Liliana Cavani

di Romolo Ricapito

Bari 3 aprile, domenica
imgres La regista Liliana Cavani si è concessa generosamente al pubblico del Bifest in un confronto avente per tema Marcello Mastroianni e  il film “La Pelle” che la cineasta diresse nel 1981,   interpretato proprio dal grande attore  (assieme a Burt Lancaster e Claudia Cardinale) ; infine discorso è virato sul   cinema italiano di oggi e di ieri.
A coordinare il tutto il giornalista Enrico Magrelli.
Interrogata su quale fosse il suo film preferito tra la totalità di quelli interpretati da Mastroianni, Liliana Cavani ha risposto con sincerità di non averli visti tutti (sono 147 in totale!) ma di preferire Fellini Otto e mezzo,  Filomena Marturano(“Matrimonio all’Italiana, n.d.r.) definiti “indimenticabili”.
Riguardo il cinema inglese, avendo  diretto personaggi  del calibro di Charlotte Rampling e Helena Bonham-Carter , la Cavani in particolare su quest’ultima (che rivestì il ruolo di Chiara in “Francesco” del 1989) ha raccontato di averla  provinata   (all’epoca ventenne)   a Londra    trovandola  spiritosa e simpatica.
Indossava tre maglioni, uno sull’altro come è tipico degli inglesi– ha narrato – mentre il venerdì smetteva di lavorare per recarsi in campagna. Anche questo è tipicamente english”.
Davvero un personaggio divertente  e curioso, anche per la famiglia di origine : “il padre Raymond sulla sedia a rotelle(retaggio del secondo conflitto mondiale) la madre Helen una psicanalista”. 
 La Bonham-Carter si innamorò follemente di Mickey Rourke, ma all’attore americano piacevano le donne avvenenti. Bonham- Carter fu così “aiutata” nelle sue pene di innamorata (non corrisposta) dalla madre, che divenne tra l’altro una grande amica  di Rourke.
Riguardo gli attori britannici, la Cavani ha detto di averne ingaggiato uno irlandese per “Galileo” (Cyril Cusak, scomparso nel 1993, n.d.r.) e di non pensare soltanto agli inglesi come interpreti delle sue opere, ma più in generale agli “europei”.
Rispetto a cosa è cambiato  nel cinema dall’epoca  in cui gli  stranieri venivano a frotte  a lavorare da noi : ”  ci sono stati danni dagli sceneggiati tv che hanno abituato a una recitazione nostrana monotona, con personaggi di inutile memoria.Siamo un cinema isolato con poche risorse economiche– ha lamentato tra l’altro la Cavani- e disinserito dal sistema. Non abbiamo scambi, coproduzioni, magari col cinema francese . La spesa per  la star straniera   eventualmente  da gestire     è dunque bassa e rimaniamo nella marginalità.
Liliana Cavani ha fatto il paragone con la Bbc  che finanziò molto cinema inglese negli   anni ’90, mentre l’Italia sarebbe condizionata dalla politica e dai cambi di governo.
Un esempio? La successione Walter Veltroni- Massimo D’Alema, “due entità diversissime per lo  stesso ente” (il primo più bendisposto verso la cinematografia, n.d.r) .
Viviamo problemi politici profondi“, dunque. E il cinema non è esente  da questo disagio…
Un nuovo Mastroianni? “Oggi molti attori fanno film per campare, insieme alla  televisione. Con risultati superficiali “(non fa dunque il nome di nessun erede). Bifst-2016
Cosa ha voluto raccontare con “La Pelle” ispirata al libro di Curzio Malaparte?
Ho voluto raccontare Napoli così come la conosco io. Vado al mare da quelle parti, dunque ho narrato in parte di persone che conosco e che anche Malaparte descrive molto bene nel  suo capolavoro.
Mastroianni però era uno modesto, perché “sottovalutava la sua partecipazione ai film”.
A una mia domanda sui cast sempre uguali nel cinema, soprattutto all’interno di commedie, la Cavani ha risposto che Mastroianni e Vittorio Gassman si alternavano tra commedie e drammi in prove di bravura magistrali. Dunque si  abbinava  la qualità alla gamma delle varie interpretazioni.
Adesso invece ci si preoccupa maggiormente del rapporto costo-incassi e meno della qualità.

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