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Il mistero della Valle d’Itria, i suoi simboli e i trulli

  di Magda Lacasella

Visitando la Valle d’Itria o le pietrefitte del Salento, si possono notare alcuni segni o posizioni orientate verso il sole ,simboli non del tutto casuali ,ma che nascondono molto di più:la magia.

Perciò nessuna sorpresa se per certi influssi astrali, si ha un qualche senso di smarrimento o di “fascino”da  parte della quotidiana marea di turisti che visita la Valle d ‘Itria. Non si conosce il significato esatto di ognuno di loro e forse e’ proprio questo che spinge a cercare le radici della loro origine.

L’origine dei “menhir, dei dolmen, delle specchie e dei trulli è antichissima.

L’età del bronzo: 3000-2000 anni a.C., è l’epoca più probabile e furono le invasioni di tanti popoli indoeuropei: tribù di pelagici, teutoni, latini, slavonici, baltici, japigi, messapi e persino di celti avvicendatisi nell’Italia meridionale, provenendo alcuni anche dall’Ellade, a lasciare i segni della loro presenza con templi, case di pietra e persino nei dialetti.

Per esempio i celti, tentarono uno sbarco sulle nostre coste, il grosso fu respinto e si riversò nell’Europa occidentale e settentrionale, mentre solo una piccola schiera riuscì a invadere parte del Salento e della Murgia.

I segni astrologi, zodiacali e planetari che gli antichi orientali tracciavano sulle case per le loro forti funzioni magiche, “perché l’uomo potesse agire sulla natura per mezzo delle forme”, sono probabilmente gli stessi che ancora si trovano su alcuni trulli della Valle Itria, mentre con i pinnacoli e coi simboli parlano in un millenario linguaggio ieratico e misterioso”.

Proprio nel dialetto alberobellese c’è un mosaico di idiomo: oltre al greco, al latino, al longobardo, allo spagnolo e al francese, tante sono le parole, di origine celtica.

Tribù di celti, come di altre popolazioni orientali, vissero nelle grotte carsiche e nelle foreste che una volta coprivano la Puglia.

Quelle popolazioni lasciarono anche un substrato di convinzioni religiose, trascendentali e magiche che ancor oggi fanno parte del patrimonio culturale e tradizionale delle genti di Valle d’Itria.

Per esempio i menhir, i dolmen e le specchie erano sepolcri o templi consacrati al sole, divinita’ allora adorata.

Sono, però, i simboli sui coni dei trulli  quelli che più affascinano, proprio per il mistero e la magia che li avvolge.

I pinnacoli i segni tracciati con la calce sul tetto:  a palla, a piramide a disco, spirali, svastiche messapiche, mezze lune,croci, cuori trafitti, i segni dello zodiaco, profili satanici, sono altrettanti simboli pagani o cristiani, propiziatori e astrologi.

Se doveste vedere, invece, grovigli di linee rette, di curve, di circoli, di triangoli per lo più in numero di tre o di sette, probabilmente sono emblemi si rifacevano al culto di Zoroastro.

Se invece simboli di animali, allora avete scoperto il lato più pagano. Infatti il gallo, il cavallo, il bue, la serpe, l’aquila sono nell’inconscio, atavici talismani, amuleti contro il male.

Così come le tante croci, i monogrammi, le sigle mariane, l’alfa e l’omega, i cuori trafitti, il Calice Eucaristico, le iniziali dei santi patroni sono “il desiderio di apporre i simboli religiosi cristiani, onde invocare la tutela del Cielo, la pace e l’immunità da ogni male”.

Cosa sono i trulli?

I trulli (dal greco antico τροῦλλος, trûllos, cupola) sono costruzioni coniche in pietra a secco (quelle del tetto sono chiamate chianche) di origini protostoriche, tipiche della Puglia centro-meridionale. Nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti archeologici o fondamenta di capanne risalenti all’età del bronzo, prove della loro esistenza preistorica.

Non esistono trulli particolarmente antichi, per un semplice motivo: piuttosto che provvedere alla riparazione di un trullo, per motivi economici, si procedeva all’abbattimento dello stesso e alla sua ricostruzione riutilizzandone il materiale.

I più antichi giunti sino a noi sono del XVI secolo e si trovano a ridosso dell’altopiano pugliese della Murgia.

Il trullo nasce come edificio contadino. I cozzari (braccianti in dialetto pugliese) che coltivavano la terra del padrone dovevano avere un luogo dove riposarsi, nel quale dormire la notte e che fungesse da ricovero per gli attrezzi.

All’interno del trullo vi erano delle nicchie impiegate come giaciglio per i neonati. Originariamente aveva un unico piano abitabile ma, in considerazione della crescita famigliare, alcuni venivano soppalcati per creare ulteriori letti.

Vi è una sola eccezione a questa consuetudine architettonica, ed è rappresentata dal Trullo Sovrano: costruito nel 1800 e probabilmente al solo scopo “turistico”.

I trulli possono essere annoverati tra gli esempi ancestrali e pro

Alcuni simboli primitivi:

Simbolo primitivo trullo Alberobello Candeliere semplice ebraico Simbolo primitivo trullo Alberobello I e H iniziali de Jesus infisse in un cerchio che significa il mondo
Simbolo primitivo trullo Alberobello Croce raggiata Simbolo primitivo trullo Alberobello Croce ad albero che unisce i tre mondi: Celeste, Terreno e degli Inferni

Alcuni simboli cristiani:

 

Simbolo cristiano trullo Alberobello Il “Chrismon” Simbolo cristiano trullo Alberobello Ostia raggiata con la scritta IHS
Simbolo cristiano trullo Alberobello Cuore trafitto di Maria Simbolo cristiano trullo Alberobello Simbolo del Sole-Cristo.

Alcuni simboli magici:

Simbolo magico trullo Alberobello

Simbolo di

Giove

Simbolo magico trullo Alberobello Tridente significante la Trinità
Simbolo magico trullo Alberobello Simbolo di Venere Simbolo magico trullo Alberobello Simbolo del Toro

I pinnacoli

Pinnacolo di un trullo di Alberobello Pinnacolo di un trullo di Alberobello Pinnacolo di un trullo di Alberobello
Pinnacolo di un trullo di Alberobello Pinnacolo di un trullo di Alberobello Pinnacolo di un trullo di Alberobello Pinnacolo di un trullo di Alberobello Pinnacolo di un trullo di Alberobello

 

 

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