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LAURA EFRIKIAN: “Non è più la moglie di Gianni Morandi ma l’angelo dei fanciulli poveri dell’Africa”

Commemorato presso l’Università degli Studi di Bari il centenario del genocidio degli armeni

di ROMOLO RICAPITO
 
4 ottobre 2015, Bari-

In occasione del centenario del Genocidio degli Armeni presso il salone degli Affreschi dell’Università degli Studi A. Moro di Bari si è tenuto un incontro pubblico vertente il libro dell’attrice Laura EfrikianLa Vita non ha età. Nel poster della manifestazione campeggiavano i saluti del rettore dell’Università Antonio Uricchio ( assente) e degli altri relatori, presenti .

L’orario dell’evento (le 16) tra saluti all’attrice, fotografie, selfie, omaggi e quant’altro, è slittato di gran lunga, facendo registrare  molto ritardo.
Dopodiché uno degli anfitrioni presenti, non classificatosi, ha introdotto la Efrikian con passione e retorica forse esagerata (“versata nello scrivere, nel dipingere, nell’arte della recitazione e vicina a chi ha bisogno”). In conclusione: “Stasera parleremo d’amore”.
L’ostentazione appunto sopra  le righe   del tutto ha avuto la sua apoteosi, come vedremo, proprio negli interventi dei pregevoli relatori, che da iniziali sono divenuti sostanziali, alla fine anche “molesti”, non certo per la loro qualità (eccellente) ma proprio perché in essi si configurava, come vedremo, una sorta di enfasi troppo rimarcata.

  Impegno quindi a  esporre argomenti elevatissimi e  nell’intenzione,  il  celebrare le origini armene di Laura Efrikian nascondendo, od occultando opportunamente, che ella è nota anche e soprattutto  per lo status di ex moglie di Gianni Morandi. imgresMa procediamo con ordine.                                Francesco Bellino, professore ordinario di bioetica, ha espresso tutta la sua solidarietà al popolo armeno, che ha dato tanto alla cultura universale, soprattutto riguardo musica e scienza. Rinnovando la sua stima a Laura Efrikian, Bellino ha chiarito di essere solo di passaggio, in quanto sopravvenuti impegni lo avrebbero condotto presto altrove. Concetta Fazio Bonino, dell’Associazione Porta d’Oriente, ha espresso il concetto : “Laura ci ha dato la possibilità di continuare a parlare di genocidio”.”Porta d’Oriente crede al fatto che la storia degli armeni debba  essere riportata in maniera veritiera, dopo tante omissioni”.Il genocidio del popolo armeno è stato paragonato alla Shoah per gli ebrei. Tale mattanza sottaciuta dai libri di  scuola è l’esecuzione  di una precisa volontà politica, mentre gli armeni hanno voglia (e fegato)  di testimoniare. Fazio Bonina ha ricordato che gli armeni si riconoscono in Papa Francesco e nella sua volontà di arginare la sottomissione delle razze : gli autori del genocidio non devono più nascondersi. Nel cuore del Caucaso esiste una piccola comunità cristiana: gli armeni sono gli abitanti di terre strategiche, nel tempo invasi da infiniti popoli, turchi, mongoli, persiani, etc…

Ad ogni modo tale nobile etnia  possiede un’identità definita fatta di carattere forte, orgoglioso e indomito.
Presa d’atto e di conoscenza di tutto ciò da parte della Turchia è cosa essenziale.
Laura Efrikian è una donna che ha conosciuto il successo, parimenti al dolore“. Questo perché “la sua famiglia di origine soffrì la diaspora e il libro  della popolare attrice contiene un commovente carteggio dei suoi nonni paterni.”
La Efrikian attualmente è impegnata ad aiutare i suoi amici africani, giovani fanciulli  che sono il suo presente, bisognosi ma anche fieri della loro appartenenza.
Perciò l’attrice della  “Cittadella” (tv) e “Una lacrima sul viso” (cinema) piuttosto che ricordata come la storica consorte di Gianni Morandi va apprezzata come “angelo degli umili”.
Kegham Jamil Boloyan, presidente del Centro Studi Orientalista,  ha appunto orientato il tema in modo più pratico ed essenziale, ovvero sulla diaspora degli  armeni, finiti dalla Turchia Orientale in Siria. Oppure da Aleppo (Siria settentrionale) emigrati in Canada.
La  guerra ha ormai distrutto, diviso: la diaspora parte dal 1915, caduta del regno  armeno per mano dei Tartari.
L’attuale comunità armena a Gerusalemme include una ricca e preziosa biblioteca, mentre gli armeni si  sono sparsi nel tempo ovunque: Etiopia, Russia, Cipro, Usa, Europa. In Italia sono 200 mila; le vestigia armene rivivono in chiese come San Gregorio Armeno .
Nonno Efrikian (ma la dizione esatta è  Ephrikian) divenne prete, poi lasciò la tonaca e sposò Laura.
Ma l’attuale  nipote, Laura (omonimia)  non conosce la lingua armena, a parte una  sola parola, che indica il nasodiana64-272x300                                                                         ARMENI DURANTE IL GENOCIDIO
L’attrice, curiosa del suo passato, ha conservato materiale cartaceo ereditato e racchiuso in un baule e ha ricostruito con interiorità di persona armena, pur se italianissima, le sue preziose radici.
I proventi  del “romanzo” serviranno a sostenere il “progetto Laura” per l’Africa, comprensivo della costruzione di pozzi di acqua potabile.
Il padre di Efrikian, Angelo, è stato un maestro di musica essenziale nel portare avanti la musica di Vivaldi.
Ricordata la sua figura, mentre le lungaggini a questo punto avevano il sopravvento: la pomposità e i toni accorati cedevano il passo alla onnipresente  voce recitante femminile  delegata in tutte le occasioni a leggere passi scelti dai libri presi in esame . A un certo punto è come parso si stesse assistendo alla messa dal Vaticano in occasione del Santo Natale.laura_efrikian_0
Letta la poesia dedicata dalla Efrikian al figlio Marco, dai tratti armeni, mentre Marisa Di Bello, giornalista di Nel Mese, ha ripetuto le cifre del massacro armeno, riportando elementi di storia e attualità : “l’accusa di genocidio pesa su Erdogan, che sta minacciando di espellere i lavoratori armeni”.
“E’ in atto in Turchia il divieto di parlare del genocidio armeno, pena il carcere”.
E’ a questo punto opportuna una riflessione: alla Efrikian , bella e brava, non è rimasto che ascoltare per tanto tempo l’esibizione del sapere dei suoi “riceventi”, che hanno colto la palla al balzo per esercitare la loro didattica; il che, essendo stato celebrato l’evento presso l’ateneo barese, “ci sta”, ma fino a un certo punto.
Il bagaglio fluviale di informazioni, date, citazioni ed elementi  storici ha avuto il sopravvento, relegando la bravissima  Laura Efrikian da fiore all’occhiello a “pretesto” per una tavola  rotonda celebrativa e autoreferenziale che a quasi un’ora e mezza dal suo inizio vedeva l’attrice fare ancora scena muta, a braccia conserte.
Eccola, finalmente: “Sarete incuriositi da questa vecchia signora che si vedeva in tv e a un certo punto è sparita”.
I    ricordi di lei bambina: nonno Akop, armeno, le regala un uovo di Pasqua privo di sorpresa, metafora delle atrocità patite in Patria.
Parte della sua famiglia infatti fu bruciata e l’uomo approdò a San Lazzaro, Venezia.
 “La tua patria è l’Italia, perché ti ha dato da  mangiare e da vivere” l’insegnamento al figlio Angelo.
La storia di Akon si configura come quella dell’ebreo errante.  Egli lasciò in cantina un baule che, dopo la sua morte, fu aperto ed esplorato dalla nipote Laura ormai diciassettenne.
L’epistolario rinvenuto nell’antico oggetto fu propedeutico  all’accettazione, da parte della Efrikian, del suo essere armena.

 

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