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SERATA INIZIALE DEL 41° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

Marco Tutino,-le braci

– A cura di Magda Lacasella

15 luglio 2015

E’ iniziata la quarantunesima edizione del Festival della Valle d’Itria a Martina Franca.

Per la prima volta nella quarantennale storia del Festival, la serata inaugurale e’ stata dedicata alla prima assoluta di una nuova opera.
Si e’ trattato dell’ ultima opera di Marco Tutino, uno degli autori italiani di oggi più rappresentati al mondo.

Da uno maggiori successi editoriali degli ultimi anni, – lo splendido romanzo di Sándor Márai, Le Braci – Tutino ha tratto anche il libretto dell’opera.

È la storia di un’amicizia tra due uomini, che si intreccia con la febbrile passione per una donna, ma parla anche di molto altro.

I due vecchi amici, ritrovandosi dopo una lunga separazione, tornano a riflettere e discorrere su fatti occorsi moltissimi anni prima, quando erano giovani entrambi, e molto diversi; con un distacco che non raffredda il fuoco del sentire, ma piuttosto lo proietta nella dimensione vertiginosa dell’atemporalità, i continui flash back previsti dalla drammaturgia del libretto, in parte ripresi dall’originale, hanno caricato la vicenda di ulteriore mistero e tensione catartica.

Fino a rivelare un grande finale a sorpresa, questo del tutto originale.

La musica di Tutino, che trova sovente ispirazione in soggetti drammatici di forte valenza emozionale, si incarica di evocare ciò che per sua natura non è facile, se non addirittura possibile, spiegare.

E questo senza mai perdere il gusto e il valore del racconto, che nei suoi lavori prende spunto da vicende solo apparentemente intime e private, per parlare di storie e accadimenti di ben più ampia portata: in questo caso, sullo sfondo del finis Austriae, quello del crepuscolo della cultura occidentale.

Lo spettacolo, realizzato con i costumi di Silvia Aymonino e le scene di Tiziano Santi – artista di pregnante talento visionario, già noto al pubblico del Festival per spettacoli di grande successo del recente passato – e’ stato affidato a uno dei nomi più brillanti tra quelli del teatro italiano contemporaneo, talento figlio di Martina Franca e del suo Festival: Leo Muscato, dal quale è lecito attendersi un taglio interpretativo basato sullo scavo degli snodi drammaturgici e delle relazioni drammatiche tra i protagonisti, sorretto da un lucido istinto narrativo.foto-galleria

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