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LIBRO POSSIBILE: KATIA RICCIARELLI HA PRESENTATO LA SUA BIOGRAFIA

  ROMOLO RICAPITO

 Al Festival del Libro Possibile a Polignano a Mare anche Katia Ricciarelli col libro biografico “Da donna a donna-La mia vita melodrammatica” edito da Piemme.
L’artista si è presentata sul palco di Piazza dell’Orologio con una mise blue oceano, pantaloni neri  merlettati e trasparenti e la sua classica capigliatura da “nuvola bionda”.
La conversazione con la giornalista Grazia Rongo affrontava anche  il modo di interpretare le eroine della lirica durante la sua lunga e prestigiosa carriera di soprano     dal talento insuperabile.
Ma non soltanto: tante anche confidenza personali, al limite del gossip. ma fatto in maniera divertita e divertente.
E così, ecco la sua opinione su la Boheme: “ho cominciato ad amarla dal terzo, quarto atto, ma io volevo interpretare la Tosca- ha chiarito- un’eroina piena di passione e  tempra, ma bigotta”.
Riferimento all’uccisione di Scarpia: “io non avrei mai potuto ammazzare  un uomo così a sangue freddo”.
“Da donna a donna” è il titolo del libro, ma la Ricciarelli ha spiegato di non volere cadere nell’equivoco che trattasi di biografia scritta soltanto per le donne.
Nelle sue intenzioni, il libro dovrebbe essere un “passatempo” anche per gli uomini, amanti della lirica e non.
“Sono legata all’Otello, perché mi permise di conoscere Mario Del Monaco, ma l’incontro con Von Karajan è stato un altro mio sogno che si è puntualmente avverato”.
Una battuta: l’Otello nella coppia, nella mia vita privata, sono sempre stata io.
“Occorre essere gelose: nei miei rapporti lo sono stata, controllando le telefonate del partner di turno . Mi mandavo anche grandi mazzi di rose gialle senza biglietto per ingelosire il mio ex marito Pippo Baudo, ma senza sortire le sue reazioni: a causa della sua indifferenza, smisi”.
La Ricciarelli ha tenuto a precisare, però, che il grande amore della sua vita è stato José Carreras, durante tredici lunghi anni di condivisione di palcoscenici e passione.
Tanti i litigi, le valigie sempre pronte per fuggire, ma riempite di stracci (“le cose belle in viaggio si rovinano)”.
Carreras infine si stufò delle sue fughe e le tagliò i vestiti più belli con le forbici, per punirla.
Il libro di Katia è dedicato alla madre Molara, che le ha dato la forza di studiare, “perché senza di lei non sarei nulla. Mi concepì in un campo di patate, in Germania, con un uomo  che però era già sposato e  con figli”.
Tanti i dolori, una sorella morta a 29 anni in un incidente stradale, ora tutta la sua famiglia è costituita da un’altra sorella, sopravvissuta.
Il cinema: “scoperta “recente”, con Pupi Avati che la volle in La Seconda Notte di Nozze, ma non nella sua versione divistica: Katia interpretava una casalinga spettinata e discinta.
La Ricciarelli ha ricordato che il film fu girato a Torre Canne, poco distante da Polignano.
“La Puglia è una terra che amo molto, ricordo i miei sette anni a Lecce come direttrice artistica del Politeama Greco”.
Un ricordo di Pavarotti: “era un cuoco divertente, ma preparava un’insalata mista che mescolava con le mani. L’assaggiava  e poi anche noi la mangiavamo, soggiogati dal suo genio e dalla sua estrosità. Mangiavamo anche la pasta cucinata da lui, anche questa mescolata con le mani.”
La persona a lei più vicina nel mondo dello spettacolo, ricco di invidie, è Maurizio Costanzo.
“Per  me lui c’è e ci sarà sempre.  Ma sono anche amica di Mara Venier, veneta come me. Sono reduce dal funerale della sua mamma, Mara era distrutta”.
La Ricciarelli ha concluso: “è difficile fare carriera nel mondo della lirica, perché una bella voce non basta a sfondare, occorre studiare.
Ma anche l’ambizione è necessaria, oltre al sacrificio.
Si sacrificano però gli affetti: l’artista è solo. La donna non può crescere dei  figli, deve dedicarsi interamente al pubblico”.
Infine: il Volo, vincitori di Sanremo:” Bravi, ma prima dovrebbero continuare a studiare da lirici, poi dedicarsi alla musica  leggera , come fece il grande  Caruso
No ai talent show. “Non ti fanno diventare nulla”.

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