Sei qui
Home > Cultura > Cinema > A COLLOQUIO CON ELISA BARUCCHIERI: LA PUGLIA E LA DANZA

A COLLOQUIO CON ELISA BARUCCHIERI: LA PUGLIA E LA DANZA

 

di Romolo Ricapito
Abbiamo incontrato  Elisa Barucchieri, coordinatrice regionale per Puglia e Basilicata del Compartimento di Danza Agis  e appartenente al Consiglio Direttivo Nazionale per la produzione danza Aidap-Puglia, per poter sviluppare il discorso sull’incidenza della danza  nella cultura, accennato dalla stessa artista durante un recente incontro organizzato dai Presidi del Libro presso il foyer del Teatro Petruzzelli  voluto anche con il concorso di varie associazioni culturali, al fine di sensibilizzare la prossima giunta regionale sulle tematiche relative alla cultura, all ‘arte e lo spettacolo e alla  loro fruizione da parte del pubblico.

Il curriculum di Elisa Barucchieri, danzatrice e coreografa, è molto ampio.
Vissuta tra RomaFirenze e gli Stati Uniti, Elisa ha scelto la Puglia come sua residenza sino dalla  fine degli Anni Novanta, giudicando questa regione come particolarmente attrattiva e “spazio dove stavano per accadere delle cose importanti dal punto di vista dello sviluppo artistico”.
Infatti, soprattutto negli ultimi dieci anni è successo di tutto in Puglia dal punto di vista dell’ampliamento culturale delle proposte artistiche in tutte le sezioni dello spettacolo, dal cinema, al teatro e anche per  la danza. Qui in Puglia c’era è c’è molta danza e anche di ottima qualità. Le scuole di danza poi hanno un livello medio eccellente .Ma le compagnie strutturate e riconosciute dal Ministero però sono pochissime : una è la mia, Il Balletto del Sud, a Lecce. “.
Elisa Barucchieri che lavora per il progetto Teatri Abitati di ResExtensa del quale è fondatrice e direttrice artistica, si laureò al Middlebury College nel Vermont (Stati Uniti) e  fu assistente (tra gli altri) di Carolyn Carlson, popolare ballerina e coreografa  americana di origini finlandesi.
Che cosa va valorizzato in particolare nell’ambito artistico?
 
“Va valorizzato tutto, anche la cultura tradizionale nell’ambito della danza, ma questa non deve essere  presentata come “unica”. Ciò che manca è un sistema per  permettere che il potenziale artistico della disciplina del ballo si sviluppi in maniera organica ;  va attuata  una progettualità che valorizzi lo sviluppo    degli artisti, dei  registi, dei critici di danza in sinergia con le scuole, dando al pubblico la possibilità di conoscere la danza nelle sue varie espressioni , per poi poter scegliere esattamente cosa vedere “.
Ma che cosa manca in Puglia soprattutto, visto che le eccellenze nell’arte della danza esistono?
In Puglia c’è un problema di pubblico: poche persone sono presenti agli spettacoli. Dunque è essenziale un intervento di programmazione per permettere alla gente di conoscere la danza, al pari delle altre arti. Forse sussiste nelle persone  il timore di approcciarsi a quest’arte a causa di vecchie visioni, reputando che la comprensione della danza  sia difficile, ma è vero l’esatto contrario, perché essa  abbatte le barriere della cultura e della lingua, risultando comprensibile a tutte le latitudini. Non esistono, o non vengono considerate opportunamente,  altre opportunità al di fuori  della    danza classica o di cose estreme di tipo contemporaneo, esistono però delle interessanti vie di mezzo.
E’ un problema della Puglia o anche a livello nazionale? 
Esistono ovunque giovani compagnie che hanno la possibilità di fare tanto e meglio, facendo sviluppare nel pubblico (che è attento e intelligente) il suo senso critico. Ma occorre una sinergia tra le istituzioni e la volontà anche politica di investire nelle arti dal vivo e negli artisti che sono veramente capaci”.
La Puglia è stata un’apripista negli ultimi dieci anni nell’aprire gli   spazi alle produzioni cinematografiche nazionali e anche internazionali. E nella danza?
Sì, la Puglia ha fatto enormi passi avanti nello  sviluppo non soltanto del cinema, ma anche del   teatro  in  prosa. Nella danza un po’ meno. Anche nel recente incontro al foyer del Petruzzelli dove c’è stato l’intervento di Gianrico Carofiglio della Fondazione Petruzzelli, si sono visti molti teatranti e musicisti. Pochi i danzatori , perché manca il sistema “Danza” nell’organizzazione e nella progettualità, ma in particolare nel dialogo.
La cosa che mi ha particolarmente interessato del tuo intervento al foyer del Teatro Petruzzelli è stata la considerazione che mancano  giornalisti che si occupino della danza come critici.
Sì, non c’è un critico di danza “specializzato”.Vengono proposte delle cose sulla falsariga della prosa con l’intervento di danzatori, ma la danza è differente. Ribadisco la necessità dell’instaurarsi di un dialogo  che valorizzi e ascolti gli artisti di quest’arte in regione.
Dicci qualcosa sullo spettacolo ispirato a Pier Paolo Pasolini concernente il Vangelo  e portato in scena con la tua supervisione anche per  Pasqua, durante la Settimana Santa.
Si tratta di uno spettacolo basato sui film e sugli  scritti di Pasolini  che riguarda  il   percorso di elevazione spirituale del poeta su idea di Giovannangelo De Gennaro. La  regia era condivisa e la stesura drammaturgica era a cura di Ninni Vernola, con musica dell’ensemble musicale Calixtinus, fondato dallo stesso De Gennaro . In scena come attore  Ninni Vendola e la danza di ResExtensa.
Questo show si basa sulla danza che è uno strumento delle varie espressioni  dell’umanità, anche quelle negative, come la violenza e il razzismo, poi la solitudine e l’omologazione .Dello spettacolo sono  stata coordinatrice e coreografa. Si tratta di un progetto speciale che porteremo avanti. L’ultima esibizione ha avuto luogo presso il Museo Diocesano di Molfetta.
Un tuo parere sulle scelte di cartellone del Petruzzelli.
E’ un teatro che gode di una buona direzione artistica ed è riconoscibile per il genere della Lirica. Trattasi di un genius loci che va rispettato. Non a caso il Petruzzelli è anche una Fondazione lirico- sinfonica. Il Teatro  Petruzzelli ospita eventi di danza di rilievo in speciali occasioni, ma non ha una programmazione definita per la danza. E’ un discorso che può essere sviluppato.
Altri teatri da considerare?
In Puglia sono molti i teatri funzionanti e quelli storici. I Teatri Abitati sono un bel progetto della Regione Puglia e del Teatro Pubblico Pugliese : idea bellissima che fa del teatro pubblico un simbolo del teatro,   aperto però solo in alcuni giorni e stagioni dell’anno. Tale progetto si avvale di compagnie valide a anche di un Teatro Ragazzi.
Gli spazi per l’estate?
La danza è un’arte innovativa perché è commistione di più linguaggi; essa è reinventata di continuo e costituisce l’arte contemporanea che più si adatta ai luoghi in maniera strabiliante, varcando le barriere linguistiche. La valorizzazione a livello italiano tra offerta culturale e attrattiva turistica non è stata ancora ben capita. Per la   danza, che travalica le  barriere linguistiche, esistono spazi improvvisati come il flash mob e la danza urbana. La grande Isadora Duncan danzava tra le rovine del Partenone,
Elisa   rivela ancora : Dialogare con chi ha messo la sua vita al servizio dell’Arte è un obbligo politico. Il pubblico del cinema è un potenziale  pubblico anche per la danza. Vorrei ricordare alcune  nostre “incursioni” presso le anteprime del Cinema Galleria con l’appoggio di Francesco Santalucia, con rappresentazioni improvvisate di danza. La danza dal vivo e le altre arti, sempre organizzate dal vivo,,non moriranno mai, perché facenti parte del “Teatro delle Emozioni” che è quello della Relazione Umana. Carla Fracci, Baryshnikv e Nureyev  sono icone dell’immaginario collettivo;  venerare i grandi è giusto, ma è importante  emozionarsi per cose non ancora riconosciute dai critici e istituzionalmente.
Spesso nel passato i giovani di  sesso maschile che si approcciavano alla danza venivano bollati come “omoosessuali”, in senso negativo. C’è ancora un pregiudizio omofobico per la danza? E riguardo le donne?
Il pregiudizio riguardo gli uomini sussiste e  in alcuni casi   rispecchia un problema culturale del rapporto con il proprio corpo. Alle donne questo viene più consentito in pubblico, ma anche loro sono vittime di pregiudizio. Si introducono spesso le ragazze alla danza classica per farle diventare più “aggraziate” e perdere peso, in una concezione sbagliata. La danza libera il rapporto col corpo essendo espressione di emozioni interiori. E’ negata all’uomo tale espressione nel retaggio di una certa contro-cultura.
elisa0011

Lascia un commento

Top