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BARI : Iniziativa Mare senza plastica – Resoconto giornata informativa

A cura di Magda Lacasella

Bari, Mare senza Plastica. Oltre 70 ragazzi hanno partecipato alla giornata di sensibilizzazione sull’inquinamento da microplastiche del mar Mediterraneo presso la scuola Carducci.

Domani il secondo incontro presso la scuola ITC Romanazzi di Bari dalle ore 9,30. Successivamente alle giornate informative (la prossima si terrà il 29 settembre all’istituto De Nittis-Pascali), nei giorni 14 maggio e 30 settembre (dalle ore 15.00), sono previsti due incontri pomeridiani, dedicati alla raccolta dei rifiuti spiaggiati lungo i litorali baresi.

Lunedì 11 maggio 2015 presso la Scuola secondaria di 1° grado “Carducci” di Bari si è tenuta la prima giornata di sensibilizzazione sull’inquinamento da microplastiche del mar Mediterraneo, promossa dall’associazione  AmbientePuglia di Bari. Oltre 70 ragazzi della scuola hanno partecipato con interesse al seminario che ha messo sotto la lente di ingrandimento l’inquinamento dell’ecosistema marino causato dalla presenza nel mare di quantità consistenti di microplastiche. Al seminario hanno preso parte Nicola Ungaro, Dirigente Ambientale Biologia Mare e Coste dell’U.O.C. Ambienti Naturali dell’ARPA Puglia, Nicola Zizzo, Università degli Studi di Bari, Patologia Generale Veterinaria, Dipartimento di Medicina Veterinaria, Nicolò Carnimeo, docente di Diritto della navigazione e dei trasporti e autore del libro “Come è profondo il mare “ed. Chiarelettere

Dopo i saluti di Ambiente Puglia, Nicola Ungaro ha sottolineato uno dei principi fondamentali enunciati dalla direttiva comunitaria sulla Strategia Marina. “L’ambiente marino – ha spiegato Ungaro – costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto e salvaguardato. E’ con tale finalità che sono state organizzate dall’Arpa Puglia, nel periodo dicembre 2013-aprile 2014 – le campagne di monitoraggio sui rifiuti spiaggiati, ovvero quei materiali prodotti dall’uomo che arrivano per varie ragioni sulla spiaggia e che a differenza della presenza dei detriti (rami, arbusti, etc. etc. ) non hanno nulla di naturale”.  La campiziaagna di monitoraggio dell’Arpa Puglia ha interessato dieci spiagge pugliesi, alcune di alto pregio turistico, altre tipicamente urbane o situate nei pressi di alcuni porti. “In quasi tutte le spiagge – ha concluso Ungaro – si è riscontrata la presenza di rifiuti plastici, reti o pezzi di rete, cordame, funi o taniche di benzina o boe provenienti da attività ittiche. Tra i rifiuti più presenti, i tappi di bottiglia, ma anche sacchetti, stecchetti e cucchiaini di plastica. Sfatato il mito delle cicche di sigarette: non rientrano tra i primi dieci rifiuti individuati”.

Tra le attività di monitoraggio sulle microplastiche, il posizionamento lungo tutto il litorale pugliese di 18 transetti sui quali sono posizionate 54 stazioni di “campionamento”, che hanno permesso di quantificare la presenza delle microplastiche. Su una media di 115.000 microframmenti per chilometro quadrato nel Mediterraneo, 269.000/km2 sono risultati nel Mar Adriatico. Poco meglio il mar Ionio, con 128.000/km2 microframmenti individuati per chilometro quadrato.

Zizzo ha denunciato quanto la plastica sia dannosa e finanche letale per i cetacei e per tartarughe: “Si tratta infatti – ha spiegato Zizzo – di un inquinante persistente e perturbante per la nostra esistenza. Molti animali marini non muoiono per intossicazione, bensì per “impacchettamento”. I rifiuti di plastica, pensiamo alle buste o alle reti per le cozze, imprigionano questi animali inibendone le funzioni vitali. Lo stesso avviene quando vengono inghiottiti i microframmenti plastici. E il fenomeno è molto più frequente di quanto si possa immaginare. Negli stomaci degli otto capodogli che si spiaggiarono sul Gargano alcuni anni fa, ad esempio furono ritrovate varie buste di plastica, reti da pesca e scodelle di plastica”.

Accalorato l’intervento di Nicolò Carnimeo, il quale ha esortato i ragazzi affinché questi dedichino 10 minuti del loro tempo, ogni volta che si recano al mare, alla raccolta dei rifiuti di plastica. “Invece di abbandonare i nostri rifiuti – ha dichiarato – occorre sottrarli all’ambiente che occupiamo momentaneamente per i nostri piaceri. E’ il momento di cambiare rotta. Non sono stati i ricercatori o gli scienziati a individuare il continente di plastica, bensì l’artigiano Charles J. Moore che si è dato alla navigazione per studiare e risolvere il problema del “Great Pacific Garbage Patch” che si trova nell’oceano Pacifico. La nostra generazione – ha concluso Carnimeo – sta individuando e segnalando il problema alle generazioni future, ma sarete voi ragazzi a dover porre in essere delle soluzioni. Ne va della nostra sopravvivenza, non solo dell’ambiente marino”.

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